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  • Pubblicata il: 21/03/2020 12:15:04

Il 21 marzo: dagli eroi vittime della mafia a quelli che combattono il Coronavirus

Ieri gli operatori del 118 sono venuti a visitare un vicino che aveva la febbre. Ho visto la faccia impaurita degli infermieri e dell'autista mentre prima di scendere dall'ambulanza provavano a sistemarsi al meglio un cappuccio che pareva non riusciva a coprire tutto bene, e pure il resto della tuta non sembrava tanti affidabile (non certo come quello della foto). Cercavano di tranquillizzare il paziente, ma non sembravano tanto tranquilli nemmeno loro.

COME CHERNOBYL. Questa è una pandemia che non ha precedenti, e non è il caso di fare paragoni inopportuni, ma mi è parso di rivedere la scena dei tecnici di Chernobyl o di Fukushima che sapevano quale rischio stavano correndo ma senza pensarci troppo continuavano a provare a spegnere quel reattore. Perchè andava fatto e basta. E perchè bisognava salvare delle vite, anche quelle dei loro figli. Gli hanno fatto un po' di domande e poi controllato la saturazione del sangue, per fortuna era tutto ok. Hanno compilato dei moduli, poi si sono rimessi in ambulanza, c'era un altro paziente che aspettava. Ci sono un sacco di medici e infermieri che si stanno ammalando, alcuni sono morti, dicono che molti altri si ammaleranno.

LE VITTIME ANTIMAFIA. Oggi è il 21 marzo, giorno in cui ricordiamo le vittime innocenti delle mafie. Magistrati, poliziotti, giornalisti, funzionari pubblici che non hanno scelto diventare degli eroi ma solo di continuare a fare il loro dovere, anche quando era diventato rischioso. Molti di loro sono morti anche perchè erano stati isolati, o perchè nessuno li ascoltava. Anche oggi medici, infermieri e operatori sanitari stanno solo facendo il loro lavoro, magari nel loro caso dovremmo cercare di aiutarli ora invece che dedicargli una giornata o una statua tra qualche anno...

di Sandro Simone