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  • Pubblicata il: 05/04/2019 12:06:39

Venticinque scrittori nel segno di Kurt Cobain: “Trovare un posto nella letteratura ai giovani degli anni ‘90”

Il libro curato da Piero Ferrante: l’intervista

Una raccolta di racconti scritta da 25 autori diversi, con l’obiettivo di dare un linguaggio letterario alla “generazione morta” degli anni ’90. È “Come spiriti adolescenti” (Radici Future Edizioni, 2019), il libro protagonista della presentazione di domenica 7 aprile nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, in occasione dei 25 anni dalla scomparsa di Kurt Cobain.
 

“TIRARE FUORI L’ONDA EMOTIVA”. Ad esporre l’antologia saranno alcuni degli autori coinvolti, tra cui I foggiani Christian Di Furia, Francesco D. Nikzat e il curatore e ideatore dell’opera, Piero Ferrante, intervistato da Foggia Città Aperta. L’intento, nelle parole di Ferrante, è quello di selezionare 25 autori allo scopo di dar loro il compito di scrivere “di getto” un racconto ispirato ad una canzone dei Nirvana, provando a tirare fuori “non i ricordi personali di ciascuno, ma l’onda emotiva che quella canzone ha portato loro durante l’adolescenza”. L'evento, in realtà, comincia alle ore 11, con “l’aperilibro” che avrà luogo nella masseria “Ti p-orto in Puglia”, a pochi chilometri da Foggia. Alle ore 19, poi, in libreria, la presentazione vera e propria.  
 
Partiamo dall’aspetto più nobile: questo libro è legato al progetto “Drop House”, di che si tratta?
“L’associazione e casa editrice Gruppo Abele, fondata da Don Luigi Ciotti, ha creato a Torino un punto di ritrovo e di accoglienza per le donne ‘vulnerabili’, cioè in difficoltà economiche, lavorative o sociali, con il nome di ‘Drop House’. Questa struttura, creata nel quartiere ‘Barriera Milano’, è un centro di ritrovo per donne di qualsiasi età, cultura o religione. I diritti del libro e il ricavato andranno proprio alla Drop House per aiutare le persone che frequentano la struttura e che necessitano di avere un punto di riferimento e di appoggio per le proprie situazioni poco favorevoli”.  
 
L’obiettivo del libro è quello di evidenziare delle differenze presenti tra la generazione attuale di adolescenti e quella degli anni ’90, o vuole essere semplicemente un modo per ricordare quegli anni in rapporto con la figura di Kurt Cobain?
“Il fatto di parlare di adolescenti non significa rivolgersi soltanto a loro. Questo libro, infatti, racconta le emozioni che la generazione di adolescenti degli anni ’90 ha provato e vissuto attraverso la musica e attraverso l’esperienza in una società completamente diversa da quella attuale. Quelli sono stati anni di rivolta, anni in cui band musicali come i Nirvana trasmettevano quella voglia di ribellione che era dentro ognuno di noi. Quel senso di inadeguatezza che voleva arrivare al nichilismo, ma che poi è stato ciò che ci ha permesso di identificarci nella società. Comunque, è una generazione che non è mai stata raccontata, non ha mai trovato un suo vero e proprio ‘linguaggio letterario’: il fine principale di questa iniziativa è quella di donare anche a quegli anni un posto nella letteratura”.  
 
Da dove nasce l’idea di un’opera di questo genere e perché ha scelto di parlare proprio dei Nirvana e non di una qualunque altra band con uno stesso livello di importanza?
 “L’idea di utilizzare le canzoni per raccontare le emozioni è nata da un incontro a Torino con Andrea Pomella, il quale ha prodotto uno stesso genere di libro ma parlando dei Pearl Jam. Io invece ho scelto i Nirvana non solo per la ricorrenza dei 25 anni dalla scomparsa di Cobain, ma anche e soprattutto perché credo che i Nirvana siano stati i migliori nell’esprimere lo stato emotivo dei giovani di quel decennio, con un’interpretazione musicale che ha avuto un impatto devastante su di loro.”  
 
A cura di Laura Ruberto e Fiamma Imperio

di Redazione