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  • Pubblicata il: 17/09/2012 18:15:00

A Nicoletta Vallorani la sesta edizione del Premio di Narrativa 'Maria Teresa Di Lascia'

Vince col romanzo Le madri cattive

Con il romanzo Le madri cattive, edito da Salani, Nicoletta Vallorani ha vinto la sesta edizione del Premio Nazionale di Narrativa 'Maria Teresa Di Lascia'. E' quanto decretato al termine dello spoglio delle 70 schede consegnate dalla Giuria popolare composta da 35 cittadini del Comune di Rocchetta Sant’Antonio (FG) e da altrettanti residenti nel Comune di Fiuminata (MC), i due paesi che segnano, rispettivamente, l’inizio e la fine della vicenda umana, politica e letteraria di Maria Teresa Di Lascia. 

La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 15 Settembre, presso la Villa Comunale di Fiuminata. Al secondo posto Laura Pugno, con Antartide, edito da minimum fax, in terza posizione Elena Mearini, con Undicesimo comandamento, edito da Perdisa. A Mearini è stato assegnato il Premio speciale Università di Camerino, consegnato dal rettore Flavio Corradini. 

All’autrice vincitrice è stato assegnato un premio di 2.500 euro, alla seconda classificata un premio di 1.500 euro, alla terza un premio di 1.000 euro.

 

LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA - Vallorani, Pugno e Mearini hanno raggiunto la fase finale dell’edizione 2012 del Premio Nazionale di Narrativa 'Maria Teresa Di Lascia' superando la concorrenza di oltre 75 opere pervenute al Comune di Fiuminata. "La scrittrice, proseguendo un suo cammino tematico e stilistico che ha già dato prove di originalità, costruisce, in Le madri cattive, un romanzo tutto incentrato su un rapporto stravolto tra madre e figlio, dove la madre è complice, a livello psicologico e materiale, di figli poco amati, oppressi, bloccati nella ricerca di una propria autonoma identità - è scritto nelle motivazioni della scelta addotte dalla Giuria scientifica - . La storia si sviluppa attorno al rapporto complementare ed oppositivo tra due donne: Anna, che trova nella ribellione una forma apparentemente coerente di libertà e Ariel, il suo doppio e il suo opposto, creatura leggera e solare che nasconde invece un cupo groviglio di passioni. Nicoletta Vallorani sviluppa il motivo dell’ambivalenza dominatrice/dominata in una spirale di emozioni che si sciolgono solo nel finale. La lingua, precisa e insieme folta nell’aggettivazione, sostiene la struttura magmatica dei pensieri e del racconto, accompagnandola nell’analisi dei meandri della psiche umana".

di Redazione