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  • Pubblicata il: 04/07/2022 17:35:31

Aboubakar Soumahoro in catene a Montecitorio: sciopero a oltranza, anche per braccianti del foggiano

Cita la morte nel ghetto di Rignano di Yusupha Joof

“Da oggi inizio lo sciopero della fame e della sete incatenandomi ai cancelli del Palazzo del Potere (Piazza di Montecitorio, Roma), che nonostante debba per ‘dovere di Stato’ dare risposte alle sofferenze del Paese reale, ha deciso di essere cullato dall’Indifferenza politica ed essere avvolto dal cinismo dei giochi di potere”.

LA PROTESTA. È il videomessaggio – poi riportato anche in forma di post sui suoi profili social – di Aboubakar Soumahoro, il sindacalista e fondatore della Lega Braccianti che da anni si batte contro lo sfruttamento e per i diritti dei lavoratori, soprattutto migranti e impiegati nel settore agricolo. Nelle recriminazioni, pertanto, Aboubakar ha citato anche l’ennesima morte accaduta nelle campagne foggiane. “Sono qui oggi perché le nostre vite, di lavoratrici e di lavoratori, non possono continuare a soccombere sui luoghi di lavoro (come ad esempio nei campi di raccolta di frutta e verdura, sui cantieri edili, ecc.) e ad essere carbonizzate dalle fiamme della miseria, come è recentemente accaduto a Yusupha Joof”.

MORTE NEL GHETTO DI RIGNANO. Il riferimento è al trentacinquenne gambiano che, appena una settimana fa, ha perso la vita in un incendio divampato nel ghetto di Rignano, tra le lamiere che costituivano la sua abitazione, laddove vivono, soprattutto in questo periodo dell’anno, circa 1500 lavoratori migranti. “Vite carbonizzate dalle fiamme e dalla miseria”, secondo l’attivista Soumahoro, in chiaro riferimento a quanto è stato appurato nelle ore successive all’incendio, in cui è stato dimostrato che il giovane lavoratore è letteralmente arso vivo. “Tanti discorsi mentre la miseria e lo sfruttamento dei braccianti va avanti – aveva dichiarato il sindacalista poche ore dopo la morte di Yusupha – chiamati a salvare la verdura e la frutta nelle campagne e privi di permesso di soggiorno, chiamati a spaccarsi la schiena nelle campagne e senza residenza, chiamati a spaccarsi la schiena nelle campagne senza un salario dignitoso”.

LE RICHIESTE. Quest’oggi, dopo essersi incatenato all’ingresso di Montecitorio, Aboubakar Soumahoro attende di essere ascoltato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nelle stanze di Palazzo Chigi – stando ad un messaggio postato sui social network nel primo pomeriggio. In estrema sintesi, ecco le richieste dell’attivista: introdurre il salario minimo legale, varare un piano nazionale contro gli infortuni sul lavoro e riformare la filiera agricola. Una battaglia, quest’ultima, che riguarda direttamente i braccianti della terra – italiani e stranieri – e che vede Aboubakar in testa nel proporre l’introduzione della Patente del Cibo, “perché noi, braccianti e contadini – come si legge – non possiamo continuare ad essere schiacciati sotto il rullo compressore della potente Grande Distribuzione Organizzata. Inoltre, occorre rilasciare un permesso di soggiorno per contrastare il caporalato”.

di Redazione