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  • Pubblicata il: 07/03/2020 19:54:00

L’alunno chiama, il prof risponde: didattica a distanza, Foggia c’è!

Il bisogno di normalità degli studenti, l’impegno dei docenti

Il messaggio che non ti aspetti. E che, quasi, commuove: “prof, mi date i compiti? Per favore”. E non per la richiesta in sé, forse rara ma esplicita e diretta (nonché assolutamente reale). Anche, soprattutto, per un’esigenza di contatto che rivela un bisogno di normalità ad oggi, con la chiusura delle scuole, di fatto compromesso.

LA SCUOLA RIPENSA SE STESSA. Perché i primi a vivere male questa emergenza sanitaria, con tanto di restrizioni, sono proprio loro: i ragazzi. Maggiormente quelli più giovani. Compresi quegli scolari non proprio modello, per così dire, dapprima felici di restare a casa e poi, nel tu per tu con la noia (per loro nuova), spaesati dalla stessa anormalità delle loro giornate. E allora, come si fa? Si fa che è ancora una volta la scuola a ripensare se stessa, a farsi trovare pronta o, quanto meno, a cercare nuove strade fino a questo momento poco battute. In sintesi: a fare didattica a distanza.

VIDEO-LEZIONI, LINK, E-LEARNING. E anche Foggia, con i propri istituti, dalle primarie alle secondarie, non è da meno. Dirigenti e docenti hanno recepito le direttive ministeriali – per ora solo un invito alla sperimentazione – e si sono attivati per raggiungere attraverso la rete i propri studenti, provando a salvare un anno scolastico difficilissimo. Al Liceo scientifico A. Volta, ad esempio, si lavora con la classroom – uno strumento virtuale per la verità già praticato anche in tempi “normali” – attraverso cui è semplice e rapido invitare gli alunni e coinvolgerli in una video-lezione in diretta. Niente “live”, invece, per il B. Pascal, almeno per ora, in favore dell’utilizzo della piattaforma e-learning già adoperata da docenti e studenti: materiali di studio, esercitazioni e valutazioni condivise – con tanto di tutorial caricato sul canale youtube de IlSottoSopra, lo storico e vivacissimo giornale d’istituto.

IL REGISTRO ONLINE, E NON SOLO. Scendendo di grado ma non di qualità e dedizione, va detto che anche medie e primarie stanno facendo la loro parte. La base, quasi per tutti gli istituti (anche per le superiori, in realtà), è il registro di classe online, come alla scuola Murialdo, dove i file si possono condividere, scaricare e stampare direttamente da lì, compresi gli ormai noti “moduli google form” – piattaforma utilizzata soprattutto per le verifiche. Alla Parisi-De Sanctis, oltre ad Argo Didup e Scuolanext, Dropobox e classroom, frequentano anche hubscuola, altra piattaforma progettata da Mondadori e Rizzoli Education, la quale mette a disposizione anche libri in formato digitale, utilissimi per la consultazione e per i rimandi testuali.

L’APP “SANTA CHIARA MAGAZINE”. Fa storia a sé, infine, l’Istituto comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura che, per mettere in contatto docenti e alunni, utilizza una propria app, quella del “Santa Chiara Magazine”, il giornale mensile interamente scritto dagli allievi della primaria e della secondaria. Qui, pertanto, sono state attivate due sezioni separate, ciascuna per il proprio grado, entro le quali le maestre e i prof possono caricare, linkare, condividere e suggerire materiale scolastico. Le lezioni, fanno sapere dall’istituto, potranno essere predisposte sotto forma di video, file o presentazione e i docenti potranno utilizzare i supporti più opportuni, tra cui si suggeriscono “Jitsi.org” per la registrazione di video lezioni e “Powtoon.com” per la creazione di lezioni digitali.

APOCALITTICI E INTEGRATI. E se la ministra di riferimento, Lucia Azzolina, ha precisato che il luogo d’elezione della scuola è e resta la classe – in tempi di anormalità, una banalità può rassicurare – è altresì realistico che docenti e studenti comincino a sperimentare sul serio un modo differente e aggiuntivo di fare didattica. Insomma, mentre le chat dei prof vanno in tilt tra favorevoli e contrari, tecnologici e tradizionalisti, apocalittici e integrati (ricalcando un grande classico mai fuori tema), la scuola ai tempi del Coronavirus si fa resiliente. E, anche da queste parti, fa di necessità virtù.

di Alessandro Galano