Dal 2008 ad oggi “oltre 5mila addetti ed un migliaio di imprese hanno chiuso definitivamente i battenti”. Perché “la grave crisi che sta attraversando il comparto dell’Edilizia in Capitanata sta determinando tensioni quotidiane con conseguenti negative ripercussioni sull’occupazione e sulla stessa attività produttiva”. Per questo, “occorre rimettere immediatamente in moto il volano dello sviluppo ed in tale direzione deve essere indirizzato l’impegno costante delle Pubbliche istituzioni e degli Enti locali, finalizzato all’attuazione di un piano organico di progettualità, particolarmente nel settore delle infrastrutture e della cantierizzazione delle opere per le quali sono state completate le relative procedure di approvazione e di esecuzione”. E’ quanto denuncia la Cassa Edile di Capitanata, che rappresenta l’Osservatorio privilegiato dell’andamento dei flussi economici ed occupazionali in campo edile. Ed in una nota inviata alla stampa, esprime una “fondata preoccupazione per l’andamento del comparto in tutta la provincia, che continua a fare registrare flessioni marcate e con mancanza di prospettive per la ripresa dell’attività”.
LA CRISI La drammaticità della situazione, che per il futuro non lascia intravedere quadri meno desolanti, è descritta dal Presidente dell’Ente, Marco Insalata, e dal suo vice, Urbano Falcone: “In meno di cinque anni si è avuto un dimezzamento dell’attività complessiva edile nel nostro territorio. Nell’anno corrente, che volge al termine, si prevede che le ore lavorate non supereranno i 4,9 milioni, con un ulteriore calo superiore al 20% rispetto all’anno precedente. Dal 2008, anno di inizio della congiuntura sfavorevole, sono stati espulsi dal settore oltre 5mila addetti ed un migliaio di imprese hanno chiuso definitivamente i battenti. Malgrado gli enormi sforzi fatti, nel tentativo di superare la recessione, dall’imprenditoria locale, che ha dovuto sostenere massicci investimenti soprattutto nel settore privato, esponendosi in molti casi in maniera notevole verso il sistema creditizio, i tempi della ripresa sembrano spostarsi ogni giorno più in avanti, creando i presupposti per la definitiva destrutturazione del tessuto produttivo in Capitanata”.
L’APPELLO Per i rappresentanti della Cassa Edile di Capitanata, dunque, non ci sono dubbi: “La gravità della situazione deve stimolare le Parti sociali, gli Enti di spesa, gli Enti locali, le Pubbliche istituzioni e, specificatamente, il Sistema bancario ad avviare un programma comune di attività da realizzare con urgenza, con un piano dettagliato delle opere incompiute, al fine di prevenire ulteriori fenomeni di degrado e di involuzione che incidono negativamente sulla pacifica convivenza sociale e sulla stabilità dei rapporti umani”. Per questo, il Comitato di Presidenza dell’Ente fa “appello a tutti i soggetti che hanno a cuore le sorti del nostro territorio, con l’auspicio di non rimanere, ancora una volta, inascoltati. È necessario superare l’idea, sbagliata, che il momento deve passare, non possiamo e non dobbiamo rassegnarci all’immobilismo, perché la crisi si supera solo con interventi positivi in direzione della crescita e dello sviluppo”.