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  • Pubblicata il: 21/10/2016 13:08:32

Foggia e Barcellona nelle poesie di Antonio Bux: le due anime di “Kevlar”

Domenica 23 ottobre, anteprima nazionale da Ubik

C’è Herdonia “luogo tradito”, Sant’Agata di Puglia con i propri spaventapasseri e Vico del Gargano, dove “uno sparo ha cambiato la corrente”. E ancora la Strada d’Alberona, Calenella e il Piano delle Fosse, ovvero Fovea. E poi c’è Barna, il suo oppio: Montjuic, Plaza del Tripi, Gràcia, quest’ultimo luogo di fantasmi dove l’autore incrocia i poeti da lui amati – e tradotti, anche. La duplice anima – non solo poetica – del trentaquattrenne poeta foggiano, Antonio Bux, in una raccolta di versi dal titolo “Kevlar”, pubblicato da Sef Edizioni (Società Editrice Fiorentina) lo scorso luglio e, domenica 23 ottobre, alle ore 19, in anteprima nazionale alla libreria Ubik di Foggia.

LA CAPITANATA E L’OPPIO DI BARNA, SECONDA PATRIA DI BUX. Foggia e Barcellona, la Capitanata e la Catalogna: i due luoghi cari all’autore (inoltre blogger di Foggia Città Aperta con il suo “Bux vs Books”), sintetizzati in un libro di poesie che, va sottolineato subito, si è aggiudicato l’edizione 2014 del Terzo Premio internazionale di poesia “Piero Alinari” per la sezione “Raccolta inedita”, guadagnandosi uno spazio nella collana “Ungarettiana” della casa editrice Sef, curata da Paolo Valesio e Alessandro Polcri. “Dalla coscienza dell’origine e dell’identità rurale figlia del ‘tacco dello stivale’ italiano, alla realtà cosmopolita di una città come Barcellona, il poeta porta al mondo il messaggio di tutto il sud dell’Europa”. La prefazione all’opera dell’autore spagnolo Vicenç Llorca i Berrocal, rende bene il “concetto” di “Kevlar”, raccolta di poesie che trae – simbolisticamente – il proprio titolo dall’omonima fibra sintetica utilizzata per produrre i giubbotti antiproiettile. Due, pertanto, le parti che compongono il libro: “Capitanata e altre poesie” (corrispondente “alla radice” del vissuto poetico, secondo l’interpretazione di Vicenç Llorca i Berrocal) e “L’oppio di Barna”, dove il poeta traspone in letteratura il proprio soggiorno a Barcellona, avvenuto tra il 2007 e il 2013. Domenica 23 ottobre inoltre, Antonio Bux converserà con un altro poeta e critico letterario, Enrico Fraccacreta, di San Severo. Mentre alcune letture tratte dall’opera sono affidate all’attrice Jelly Amar Atma.

IL LIBRO. L’opera è un viaggio poetico-narrativo che parte dalla terra natia dell’autore, La Capitanata, fino ad arrivare in Catalogna, sua seconda terra adottiva. La raccolta è infatti divisa in due sezioni, “Capitanata e altre poesie” e “L’oppio di Barna”. I testi che attraversano il libro hanno una peculiarità binaria, dove ogni componimento contiene una “poesia nella poesia” rimpallando, tra margine destro e sinistro, uno scritto in corsivo e uno in tondo, come a creare un vortice poetico tra la vita e la morte, tra il sogno e il reale. Il libro è impreziosito da due accurate note critiche da parte degli autori spagnoli Vicenç Llorca i Berrocal e Martín López-Vega, rispettivamente nella prefazione e nella postfazione. Da quest’ultima, pertanto, vale la pena riportare un estratto in grado di significare l’esperienza poetica dell’autore: Bux crea dapprima uno spazio nuovo, che non esisteva, per poi sovrapporlo a una città reale, come in quei libri turistici dove mediante la carta velina disegnata si può vedere come erano fatti i monumenti dei quali ora non restano che rovine. La poesia di Bux aggiunge così una dimensione alla realtà che in questo caso non è ricostruzione, bensì ricreazione.

L’AUTORE ANTONIO BUX. Nato a Foggia, per anni a Barcellona, ha pubblicato vari volumi, sia in Italia (tra i quali Trilogia dello zero, Sistemi di disordine quotidiano, Un luogo neutrale) che in Argentina (23 – fragmentos de alguien, El hombre comido). È presente in importanti antologie (come In-Verse 2014-2015: Italian poets in translation), riviste (come Poesia, Italian Poetry Review, L’Ulisse, La Manzana Poética) e lit-blog (come Vallejo&Co., Poesia 2.0, Nazione Indiana, Poesia.blog.rainews.it) sia italiani che internazionali, dato che suoi scritti sono stati tradotti in varie lingue. Suoi lavori sono stati inoltre recensiti su giornali come Corriere della Sera e L’Unità. Ha tradotto Finestre su nessuna parte di Javier Vicedo Alós (Roma, 2015), più vari testi scelti di autori ispanici tra i quali Leopoldo María Panero. È risultato finalista e vincitore di alcuni premi, tra i quali il premio Lorenzo Montano, il premio Città di Minturnae, il premio Piero Alinari e il premio Iris di Firenze. Dirige il blog Disgrafie (anto-niobux.wordpress.com) e, per le Marco Saya Edizioni di Milano, due collane di poesia e prosa.

di Redazione