Appalti Ataf, indagato Massimino Di Donna. Il legale: "Strumentalizzazione politica, colpiscono sua figlia Michaela"
Possibile candidata al Parlamento
In mattinata la pubblicazione su alcuni organi di stampa di notizie relative alle perquisizioni, disposte dalla Procura di Foggia nei confronti di 9 persone per i quali si ipotizza il reato di turbativa d'asta: tra di essi Massimino Di Donna, suocero del sindaco Landella e padre di Michaela, in odore di un posto come candidata di Forza Italia alle prossime politiche. Poche ore dopo la nota di chiarimento dell'avvocato Michele Curtotti, difensore oltre che di Di Donna anche di Raffaele Ferrantino.
LE INDAGINI. Il caso degli appalti Ataf e delle presunte manovre sulle procedure di gara dell'azienda di trasporto pubblico foggiana agita gli ambienti di Forza Italia alle prese in questi giorni con la composizione delle liste dei candidati al prossimo Parlamento. Secondo quanto trapelato, il presidente dell'Ataf, Raffaele Ferrantino, il direttore generale Massimo Di Cecca e il funzionario Leonardo Ciuffreda avrebbero acconsentito a modifiche di avvisi di gara a favore di alcune imprese locali. In un caso emergerebbe il ruolo centrale di Massimino Di Donna che, come riportato da Repubblica – edizione locale di Bari - “dagli atti d'indagine appare in grado di influire sulle procedure di gara, avvalendosi dei suoi stretti rapporti con il sindaco di Foggia, suo affine”.
LA REPLICA. Una potenziale 'bomba' che l'avvocato Curtotti prova a disinnescare a stretto giro: “L'unico atto, allo stato, notificato agli indagati, è un provvedimento di perquisizione finalizzato alla ricerca di elementi di prova. È chiaro, quindi, che si tratta di doverosi accertamenti d’indagine, disposti dalla Procura della Repubblica di Foggia con apprezzabile e prudente scrupolo investigativo. Far diventare tale attività, peraltro coperta da segreto, una “notizia da prima pagina” – strumentalizzando per fini evidentemente politici una notizia di cronaca giudiziaria – è un malvezzo a cui non è possibile abituarsi. Maldigerito in particolare l'accostamento all'indagine di Michaela Di Donna, in odore di candidatura alle elezioni politiche: Tutti gli indagati attendono serenamente gli esiti di tali accertamenti e sono pronti, quando e se sarà necessario, a chiarire le proprie posizioni – ha dichiarato lo stesso Curtotti - mentre devo fortemente stigmatizzare la scelta dell’edizione di Bari del quotidiano La Repubblica – ripresa poi da altre testate giornalistiche locali – di accostare ad una indagine, lo si ribadisce ancora nelle sue fasi iniziali, l’esponente di Forza Italia Michaela Di Donna, del tutto estranea ai fatti”.