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  • Pubblicata il: 13/09/2016 13:57:42

Borgo Mezzanone, il ministro Alfano ordina un’inchiesta “all’inferno del Cara”

Oggi, su Repubblica, l’appello al governo da parte di Eugenio Scalfari

La notizia apre la prima pagina del quotidiano romano, la versione web per ora: la prefettura di Foggia avrebbe aperto un’istruttoria sul Cara di Borgo Mezzanone.ORDINI DALL’ALTO. Sulle pagine nazionali di Repubblica, già da questa mattina, compare l’appello rivolto a Renzi e firmato dal fondatore della testata, Eugenio Scalfari, a seguito dell’inchiesta pubblicata dall’Espresso e che ha visto il giornalista Fabrizio Gatti intrufolarsi per una settimana nella struttura foggiana, denunciandone le condizioni di illegalità e inumanità. L'inchiesta della prefettura, pertanto, ha ricevuto l’ordine direttamente dal Ministero dell’Interno, su input di Angelino Alfano e la stessa vicenda, si legge, sarà discussa dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica durante un vertice convocato in prefettura intorno alle 17.

TRATTATI COME BESTIE. "Sono entrato clandestino nel Cara di Foggia, dove mille esseri umani sono trattati come bestie e per ciascuno di loro le coop percepiscono 22 euro al giorno”. È quanto sottolinea Scalfari, rifacendosi all’articolo e alle parole di Gatti, nel suo intervento odierno su Repubblica nazionale, di fatto “scoprendo” il problema del Cara di Borgo Mezzanone. E invitando il Governo, “che ha tanto da fare” come ha aggiunto, ad occuparsi anche delle eventuali questioni di illegalità e violenza riportate sempre dal proprio giornalista che, qualche settimana fa, si è intrufolato nella struttura foggiana fingendosi un clandestino.

L’INCHIESTA SUL GHETTO DI RIGNANO E LE SMENTITE. In realtà, occorre precisare, sempre lo stesso Gatti aveva firmato – non senza toni apocalittici - un’altra inchiesta, sempre sulle pagine dell’Espresso, pubblicata il 21 agosto scorso. In quel caso, il giornalista si era occupato della questione Gran Ghetto di Rignano attirando però su di sé non poche smentite, colpevole, secondo alcuni, di aver esacerbato eventuali scontri di religione tra residenti musulmani e la minoranza cattolica, raccontando episodi non sempre corrispondenti al vero. Su tutte, ha fatto notizia – ma solo in alcune pagine locali specializzate, come Frontiera Tv, peraltro senza ricevere il giusto spazio previsto in caso rettifiche da parte del quotidiano romano – la forte smentita a firma di Don Francesco Catalano, in rappresentanza della Caritas locale. In merito alla piccola croce di legno che appare nell’immagine di copertina con cui il settimanale l’Espresso racconta quello che succede nel Gran Ghetto, ad esempio, c’è questa precisazione: “non è stata realizzata con i resti della baracca incendiata in cui veniva celebrata la messa per i migranti di religione cristiana – come invece raccontato da Gatti nell’inchiesta – ma è stata realizzata dagli operatori del Progetto Presidio della Caritas di Foggia”.

di Redazione