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  • Pubblicata il: 21/07/2021 10:01:53

Il braccialetto che traccia il Covid (e non solo): ecco Telemachus, la telemedicina Made in Sud

Monitorare la diffusione del Covid-19 attraverso un braccialetto smart e un’app che incrociano parametri vitali e dati satellitari. Controllare la salute dei pazienti a distanza in modo affidabile. Comprendere e bloccare la catena dei contagi nelle strutture sanitarie. Sviluppare modelli predittivi sull’andamento di questo e altri virus. E poi utilizzare questa tecnologia in diversi ambiti, dal lavoro al turismo, aiutando la ripresa di settori duramente colpiti dalla crisi sanitaria. Entra nel vivo Telemachus, l’ambizioso progetto di telemedicina sviluppato da un consorzio di aziende del Sud Italia guidato da g-nous, società pugliese attiva nel settore della space economy, e composto da Aulab, Nextome, SensorID, BionIT Labs e SaniLab Plus, in collaborazione con il Politecnico di Bari e co-finanziato da un bando dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) attraverso i fondi di Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e Ministero dell’Innovazione e della Digitalizzazione.

IL TEST.  I braccialetti smart prodotti, l’app e la dashboard per monitorare i dati, annunciati la scorsa estate, da alcune settimane sono in fase di test nella ASL Bari e al Policlinico Riuniti di Foggia. I dati raccolti saranno elaborati da g-nous, per analisi epidemiologiche e per lo sviluppo di modelli predittivi attraverso algoritmi di intelligenza artificiale.

IL PROGETTO.  Telemachus (acronimo di Telemedicine Monitoring and Collaborative Hub-and-Spoke System) è un progetto innovativo, unico nel panorama europeo. Unisce tecnologia spaziale e tecnologia terrestre, intelligenza artificiale e competenze umane, aziende private e istituzioni, in un sistema che non solo dà impulso alla lotta contro il Covid-19, ma apre anche a sviluppi di telemedicina applicabili nell’immediato futuro in più ambiti, dal lavoro al turismo. Il braccialetto smart è infatti stato certificato come dispositivo medico di Classe 2A con l’obiettivo di essere commercializzato sia in ambito ospedaliero sia aziendale.

LA PANDEMIA. “Il progetto Telemachus - spiega il CEO di g-nous Ruggiero Giannini - parte dalle difficoltà evidenziate dalla pandemia da Covid-19. Le strutture ospedaliere, infatti, sono state prese d’assalto dall’enorme afflusso di pazienti Covid, causando anche rallentamenti nelle cure di altre patologie. I medici di Medicina Generale non erano dotati degli strumenti necessari per monitorare in maniera efficace i pazienti in isolamento domiciliare. Tutte le attività produttive sono state interrotte o limitate a causa dell’impossibilità di garantire la sicurezza di operatori e clienti. Crediamo fortemente che la telemedicina rappresenti il futuro della sanità e della società, e che la tecnologia possa fornire un impulso a questa rivoluzione. Stiamo sperimentando un prodotto innovativo che, grazie alla cooperazione con il personale sanitario, ha l’ambizione di diventare uno strumento importante a supporto del servizio sanitario nazionale e di tutte le organizzazioni private che avranno necessità di garantire la sicurezza nei propri contesti operativi. Immaginiamo un futuro in cui ogni persona abbia la possibilità di essere assistita in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo”.

IL BRACCIALETTO SMART. Il dispositivo è il cuore del progetto. Esteticamente simile a un orologio, realizzato in Puglia e composto internamente da diversi sensori biomedici, ha una doppia funzione: rileva i parametri vitali di chi lo indossa e comunica con i sistemi di geolocalizzazione spaziali (i satelliti) o terrestri (dispositivi BLE Bluetooth Low Energy). Attualmente monitora frequenza cardiaca, temperatura corporea, ossigenazione del sangue (SpO2) ed elettrocardiogramma (ECG). I dati sono inviati in tempo reale ai medici che li esaminano da mobile attraverso l’app (disponibile su dispositivi iOS e Android) e da desktop attraverso una dashboard web. Sono già allo studio diverse implementazioni e integrazioni di dati rilevati con altri sensori, includendo parametri come la frequenza respiratoria. Il braccialetto si ricarica attraverso una piastra magnetica e non ha display: in quanto dispositivo medico, il suo scopo è inviare dati certificati a un professionista collegato in remoto, l’unico capace di analizzarli correttamente. Non è dunque in alcun modo assimilabile a uno fra i tanti smartwatch in commercio. 

SPERIMENTAZIONE MODELLO HUB AND SPOKE NELLA ASL BARI. I braccialetti smart sono già in dotazione alla Medicina Generale della ASL Bari ed è in corso la distribuzione dei dispositivi a un campione di pazienti - selezionato da esperti epidemiologi e statistici - per monitorarne a distanza i parametri vitali. Qui la sperimentazione segue un modello hub and spoke: il monitoraggio diffuso sul territorio è reso possibile dai dispositivi distribuiti e dall’app che inviano in tempo reale i dati al medico di Medicina Generale (Spoke) sotto il controllo della ASL Bari (Hub). 

INDOOR AL POLICLINICO RIUNITI DI FOGGIA. Un altro set di braccialetti smart è in dotazione al Policlinico Riuniti di Foggia per la sperimentazione indoor. Qui l’obiettivo è monitorare le condizioni di salute del personale sanitario per tracciare e bloccare tempestivamente la catena del contagio all’interno della struttura ospedaliera ed evitare dunque un focolaio fra chi salva vite umane. In questo contesto il braccialetto sfrutta la tecnologia spaziale GNSS (quella del GPS e di Galileo) e la tecnologia BLE (Bluetooth Low Energy), un sistema wireless ideale per spazi chiusi e circoscritti. 

di Redazione