Calcio Foggia, sonora bacchettata dal Consiglio di Stato sui ricorsi contro il Lecco: i giudici ipotizzano danni erariali per la Provincia
Sentenza trasmessa alla Procura Regionale della Corte dei Conti
Il Consiglio di Stato, con sentenza 7163 dello scorso 22 settembre, ha dichiarato inammissibili i due ricorsi per revocazione presentati dal Calcio Foggia per la nota vicenda legata all'ammissione in serie B del Lecco. I giudici amministrativi respingono su tutta la linea le posizioni difensive del Foggia, condannano la società rossonera al pagamento delle spese e trasmettono gli atti al procuratore Regionale della Corte dei Conti affinchè valuti possibili danni erariali in relazione all'intervento nel processo della Provincia di Foggia.
ERRORI SU ERRORI. Una sonora bacchettata. Può sintetizzarsi così la decisione del Consiglio di Stato che mette fine – o almeno dovrebbe – alla estenuante diatriba giudiziaria perseguita con inutile pervicacia da Canonico. E dalla sentenza emerge anche sciatteria da parte degli avvocati difensori della società rossonera. Ciascuno dei due ricorsi presentati, fanno notare i giudici, sono costituiti da quasi 80mila caratteri laddove la normativa procedurale stabilisce un limite massimo di 30mila. Roba da matita blu anche perché non è stata chiesta alcuna autorizzazione in deroga per il superamento, men che meno gli avvocati si sono adoperati per presentare un ricorso rispettoso del limite dopo che i giudici già lo scorso 2 settembre avevano fatto notare l'anomalia.
RICORSI INAMMISSIBILI. L'analisi dei primi 30mila caratteri avrebbe consentito di trattare esclusivamente il primo punto del ricorso e tanto sarebbe bastato a respingerlo. Tuttavia i giudici, per completezza così come annotano, vanno oltre e ribadiscono il fatto che il Calcio Foggia non ha mai avuto un autonomo interesse a opporsi all'ammissione del Lecco. Le motivazioni sono plurime (in basso è possibile consultare l'intera sentenza), per riassumerle è sufficiente riportare un passo della sentenza: “I ricorsi sono un inammissibile tentativo di ricercare un terzo grado di merito, rimettendo in discussione una decisione i cui argomenti giuridici sono sgraditi alla parte, e a cui la parte tenta ancora una volta di contrapporre la propria tesi giuridica, già ritenuta inaccettabile con ampia mole di argomenti in due gradi di giudizio di merito”.
TRASMISSIONE ALLA CORTE DEI CONTI. Insomma una lotta contro i mulini a vento da novelli Don Chisciotte. E viene da chiedersi a cosa è stata dovuta questa strenua insistenza su un caso ormai chiaro a tutti tranne che a Canonico e ai suoi difensori. Al Calcio Foggia sono state addebitate le spese legali in solido con la Provincia. Che i giudici reputino ingiustificabile la presentazione del ricorso è dimostrato anche da un altro particolare. Il Consiglio di Stato ha trasmesso la sentenza al procuratore regionale della Corte dei Conti affinché sia analizzata proprio la posizione della Provincia di Foggia. Dovranno valutarsi eventuali danni erariali per i costi sostenuti in questo processo. Sul banco degli 'imputati' dunque vi è anche il presidente Nobiletti che ha avallato la scelta di intervento dell'Ente di Palazzo Dogana, assistito dall'avvocato De Michele.