Calcio Foggia, rigettato il ricorso di Canonico: gli assegni dati ‘in garanzia’ alla Pintus (semplicemente) non possono essere incassati
Il tribunale di Cagliari respinge anche domanda di ingiunzione e richiesta di sequestro conservativo
Non ci sono le condizioni per accogliere il ricorso cautelare di Nicola Canonico atto a impedire di “azionare, negoziare e/o portare all’incasso i due assegni bancari datati 22/06/2021”, uno dell’importo di 1 milione di euro e l’altro di 800mila euro, rilasciati da lui ‘in garanzia’ per il pagamento delle quote dell’intero capitale del Calcio Foggia. I titoli bancari molto semplicemente - spiega il tribunale di Cagliari – non possono essere utilizzati a garanzia e potevano essere incassati al massimo entro quindici giorni dall’emissione.
GLI ASSEGNI ‘INUTILI’. I giudici sardi respingono il ricorso presentato dall’imprenditore barese basandosi su un semplice assunto del diritto commerciale che ritengono assorbente: gli assegni – a differenza delle cambiali – sono titoli bancari che non possono essere emessi ‘a garanzia’ di un credito. Vanno incassati infatti entro 8 giorni ‘su piazza’ e entro 15 giorni ‘fuori piazza’, motivo per cui, essendo trascorsi oltre due anni dalla data di emissione, in alcun modo possono essere considerati utilizzabili. Il patto con cui due soggetti scelgono di emettere assegni come forma di garanzia deve essere considerato nullo e i titoli in tal caso assumono la veste di 'semplice' promessa di pagamento. La Pintus, insomma, ha in mano ‘un’arma’ spuntata per vedersi riconosciuto il versamento dell’importo pattuito per la cessione delle quote. Tanto che anche gli altri due ricorsi che lei stessa ha presentato - la domanda di ingiunzione e quella cautelare diretta al sequestro conservativo dei beni di Canonico - sono stati respinti. Sul punto i giudici hanno rimandato ogni decisione a ottobre quando si entrerà nel merito.
LA DISPUTA. La questione è nota. La Pintus rivendica, sulla base del contratto preliminare sottoscritto, il pagamento dell’intero importo di 1,8 milioni di euro per la cessione, in più tempi, del 100% del capitale sociale del Calcio Foggia. Canonico ha pagato in tutto poco meno di 500mila euro e la Pintus quindi chiede la corresponsione dei restanti 1,3milioni di euro oltre 300mila euro a titolo di interessi e danni.
Canonico da parte sua chiede l’annullamento del contratto per dolo. A suo dire la Pintus ha presentato una situazione patrimoniale non corrispondente al vero che non ha tenuto conto di debiti per 900mila euro e ha invece considerato crediti in più per circa 150mila euro. Secondo il tribunale di Cagliari tali considerazioni meritano approfondimento istruttorio, motivo per cui non può essere presa alcuna decisione in sede cautelare. Occorrerà aspettare ottobre per una prima sentenza di merito. Tutto lascia pensare però che non sarà l’ultimo atto di una telenovela che di sicuro non appassiona i tifosi e, quel che è peggio, può complicare qualsiasi trattativa per l’eventuale cessione della società rossonera.