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  • Pubblicata il: 18/07/2023 19:12:32

Cani imprigionati a 50° dentro una struttura abusiva: succede (di nuovo) a Foggia

Nonostante le chiamate, nessuno interviene

“Sono giorni che ci occupiamo di questo caso, stiamo chiamando chiunque, le forze dell’ordine, la polizia locale, la forestale, ma nessuno interviene. Mi piacerebbe sapere il perché dell’esistenza di questa struttura abusiva su suolo pubblico: come mai si trova lì? Come mai non viene dismessa? Nel frattempo gli animali rinchiusi moriranno”.

IMPRIGIONATI A CINQUANTA GRADI. Domande legittime, urgenti, che rasentano l’assurdo, da parte di alcuni animalisti che sui social – e non solo – hanno sollevato il problema. Eppure succede a Foggia, in via G. Almirante: reti di protezione a perimetrare una sorta di gabbia o recinzione, teloni ombreggianti a fare da soffocante tetto e dentro diversi cani, rinchiusi, in trappola, a temperature che sfiorano i cinquanta gradi.

LA PRIMA VOLTA NEL 2021. “Li vedete questi teloni? – si legge sulla pagina Facebook de ‘La Ragione’ – ebbene, lì sotto ci sono dei cani”. E ancora: “Non si sa quanti siano, si sa solo che la struttura è abusiva, di fronte a un terreno incolto. Nel 2021 qui erano già intervenute ASL, Guardie Zoofile e Carabinieri. All’interno erano stati trovati 11 cani, di cui 4 purtroppo già morti. Cani da caccia, rinchiusi e segregati in quella che è davvero una gabbia degli orrori”.

ESPOSTO. Un comportamento recidivo, a quanto si apprende, così come assicurano anche dall’associazione animalista Guerrieri con la Coda che, ancora una volta, sta provando a risolvere la situazione con appelli sui social e alle forze di polizia. Intanto, il coordinamento di Rivoluzione Ecologista Animalista ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Foggia, alla caserma dei Carabinieri e all’attuale Commissario. Intanto però, continuano a sentirsi i lamenti dei cani imprigionati. “Viene da chiedersi – sottolineano – come è possibile che due anni dopo un provvedimento di sequestro nello stesso luogo le stesse persone rifacciano la stessa cosa”.

di Redazione