Canonico se ne va: “Se nessuno prende il club, il Foggia non si iscriverà il prossimo anno in C”
Nicola Canonico lascia Foggia e il Foggia. E’ questa la sintesi del lungo pomeriggio di tensione allo Zaccheria, dove va in scena la conferenza stampa - l’ultima forse - del patron del Foggia, almeno con questo ruolo. Il presidente se ne va. Senza salutare, perché fisicamente non è arrivato a Foggia ma si è collegato in video conferenza mentre fuori era in atto la contestazione dei tifosi. “Avevo letto di un incontro qui a Modugno oggi alle 11 e stavo aspettando se venisse qualcuno per una potenziale offerta, per cui ho deciso di non venire a Foggia - ha esordito Canonico motivando la sua decisione di non presentarsi - ad oggi non ho ricevuto nessuna pec con offerte ufficiali”.
LA RICOSTRUZIONE. Poi il patron fa un excursus storico del suo arrivo nel capoluogo dauno: “Sono arrivato a Foggia subentrando in un momento complesso, ho pagato mensilità arretrate e non ho mai esitato nella convinzione di poter rilanciare la società. Ho riportato a Foggia figure storiche come Zeman e Pavone. Il mancato rinnovo di Zeman è stato condizionato anche da imprenditori che poi non hanno mai presentato offerte concrete, destabilizzando la situazione. Se il Foggia non è andato in B contro il Lecco è perché tutti sanno cosa è accaduto con gli arbitri. Le offese a me hanno complicato le cose”. Poi un elogio a Delio Rossi che Canonico ha ringraziato “per la sua professionalità”, e la disamina di quello che è accaduto dopo, dalle difficoltà con Cudini al ritrovamento di un ordigno esplosivo nella sua sede con conseguenti minacce.
LE DIMISSIONI. “Una minoranza di tifosi e stampa ha continuato ad attaccare la mia persona andando oltre la contestazione - ha continuato Canonico - ma ho deciso di andare avanti con una cicatrice. Abbiamo allestito quest’anno una squadra importante ma i risultati sono stati deludenti. Su molti nomi sono rimasto deluso. A novembre ho lasciato a Zauri e Leone autonomia decisionale, il 3 gennaio Leone dichiarava che non avrebbe mosso nessuno e, a seguito di questo atteggiamento fazioso, gli ho inviato provvedimento disciplinare. Ringrazio chi mi ha manifestato affetto in questi 4 anni. Comunico le mie dimissioni con quelle di mio figlio. Se nessuno prenderà il club si rischierà la non iscrizione”.
GLI STIPENDI. Sugli errori commessi, Canonico afferma che “gli errori sono nella scelta dei professionisti” mentre sul futuro sottolinea che “ad oggi non ho ricevuto nessun incontro. Il Foggia con me non fallirà, tutt’al più non si iscrive”. Sul crollo del Foggia nelle ultime partite: “Più di un giocatore ha staccato la spina, sono molto deluso dal gruppo squadra - afferma Canonico - si è fatto poco di quello che ho chiesto, Zauri e Leone finiranno il campionato e devono tirar fuori la squadra da questo imbarazzo. Se non ci saranno soldi nelle casse entro il 16 aprile non pagheremo gli stipendi. Il gruppo Canonico non metterà più un euro. La mia decisione di andar via è irrevocabile, seguirò quanto detto dalle Curve”.
I COSTI. Sulla contestazione: “E’ partita a gennaio in maniera inspiegabile, quest’anno ho speso più soldi degli altri anni - afferma Canonico - essere sempre bersagliato su ogni sconfitta e subire sempre offese non è accettabile”. Sulla situazione del club, il patron precisa che chi vorrà prenderlo “dovra’ pagare la massa debitoria di 2,7 milioni, versare 1,8 milioni per rilevare il Foggia e versare gli ultimi 4 stipendi”.