“Una lettera anonima 'dettagliatamente' parla di un consigliere che intasca mazzette per pilotare appalti. I partiti dicono: è anonima, non prendiamola in considerazione. Ma intanto ne parlano e pontificano. Il Sindaco, pur non mettendo a disposizione la missiva, pare basarsi su di essa e sostituisce un dirigente in una commissione. Tutto questo per una lettera anonima”.
“E' UNA LETTERA ANONIMA VA PRESA CON LE MOLLE”. Sembra un déjà vu... E lo è, almeno oggi, stando a quanto accaduto nelle ultime ore, con il Comune di Foggia praticamente dissestato (anche) dagli arresti di un alto dirigente e di un consigliere di maggioranza (oltre che di un imprenditore e intermediario LEGGI). I quattro righi di cui sopra risalgono al 2 maggio 2013, quando anche Foggia Città Aperta riportò alcune dichiarazioni “di palazzo” in merito ad una lettera anonima rimbalzata sulla stampa locale e che, seppur “presa con le molle in quanto anonima” (citando alla lettera il leitmotiv di quei giorni fatto proprio sempre dal Palazzo), aveva letteralmente scosso le fondamenta dell'Amministrazione.
TALMENTE ANONIMA DA ESSERE CREDIBILE?. Sì, perché, fatte salve le dovute cautele di presunzione d'innocenza, va precisato che l'analisi pubblicata su queste pagine a distanza di quasi un anno era piuttosto chiara e, a ben guardare, lasciava trasparire diverse incongruenze in merito al funzionamento della macchina comunale: “Tangenti. Appalti pilotati. Consiglieri che tremano – è quanto si può leggere ancora sul web, datato sempre 2 maggio 2013 LEGGI – Per cosa? Per una lettera anonima. Talmente credibile, però, da far implodere il Palazzo. E da spingere il sindaco, Gianni Mongelli, assieme al direttore generale Pazzaglia a bloccare la commissione aggiudicatrice formata nei giorni scorsi per occuparsi di un appalto sui nuovi locali per il tribunale”.
L'APPALTO BLOCCATO. Ed eccoci al déjà vu più evidente: l'appalto del quale si diceva appena sopra, inteso come diretta conseguenza di quella famosa lettera anonima è, guarda caso, quello incriminato. Ovvero quello al centro delle accuse mosse dalla Procura e che ha portato in queste ultime ore agli arresti eccellenti di Leonardo Biagini (dirigente ai lavori pubblici), Massimo Laccetti (consigliere di maggioranza) e Adriano Bruno (imprenditore), tutti e tre coinvolti nel giro di tangenti che Lello Zammarano avrebbe pagato in cambio dell'aggiudicazione dei lavori (fino ad 80mila euro). Sempre oggi, Leonardo Leone De Castris, procuratore capo, ha parlato esplicitamente di “tangenti in forma sistematica nell'ultimo periodo”. Un anno fa, altro déjà vu, la famigerata lettera anonima “raccontava” di un “sistema organizzato di distribuzione dei lavori in cambio di soldi pubblici”.
DENUNCIARE. A conclusione di questo breve giro d'amarcord piuttosto amaro, arrivano anche le parole odierne del Sindaco il quale, in merito ai fatti contestati al suo dirigente e al suo consigliere comunale, ha invitato tutti a collaborare, a parlare, a mettersi a disposizione della Procura – a proposito, Mongelli, avrà già fatto recapitare agli inquirenti l'ormai famosa missiva?. All'epoca, sempre in merito alla “lettera da prendere con le molle”, scrivemmo che “Nel Palazzo se ne parla. Eccome se se ne parla”. Fuori però, non trapelò nulla. Da oggi, per forza di cose, qualcosa dovrà cambiare. Ma, se si vuole evitare l'ennesimo triste déjà vu, c'è solo un modo: denunciare.
“Una lettera anonima 'dettagliatamente' parla di un consigliere che intasca mazzette per pilotare appalti. I partiti dicono: è anonima, non prendiamola in considerazione. Ma intanto ne parlano e pontificano. Il Sindaco, pur non mettendo a disposizione la missiva, pare basarsi su di essa e sostituisce un dirigente in una commissione. Tutto questo per una lettera anonima”.
“E' UNA LETTERA ANONIMA VA PRESA CON LE MOLLE”. Sembra un déjà vu... E lo è, almeno oggi, stando a quanto accaduto nelle ultime ore, con il Comune di Foggia praticamente dissestato (anche) dagli arresti di un alto dirigente e di un consigliere di maggioranza (oltre che di un imprenditore e intermediario
LEGGI). I quattro righi di cui sopra risalgono al 2 maggio 2013, quando anche Foggia Città Aperta riportò alcune dichiarazioni “di palazzo” in merito ad una lettera anonima rimbalzata sulla stampa locale e che, seppur “presa con le molle in quanto anonima” (citando alla lettera il leitmotiv di quei giorni fatto proprio sempre dal Palazzo), aveva letteralmente scosso le fondamenta dell'Amministrazione.
TALMENTE ANONIMA DA ESSERE CREDIBILE?. Sì, perché, fatte salve le dovute cautele di presunzione d'innocenza, va precisato che l'analisi pubblicata su queste pagine a distanza di quasi un anno era piuttosto chiara e, a ben guardare, lasciava trasparire diverse incongruenze in merito al funzionamento della macchina comunale: “Tangenti. Appalti pilotati. Consiglieri che tremano – è quanto si può leggere ancora sul web, datato sempre 2 maggio 2013 e intitolato
TANGENTI AL COMUNE, QUANDO 'IL SEGRETO DI PULCINELLA LO SVELA UNA LETTERA ANONIMA – Per cosa? Per una lettera anonima. Talmente credibile, però, da far implodere il Palazzo. E da spingere il sindaco, Gianni Mongelli, assieme al direttore generale Pazzaglia a bloccare la commissione aggiudicatrice formata nei giorni scorsi per occuparsi di un appalto sui nuovi locali per il tribunale”.
L'APPALTO BLOCCATO. Ed eccoci al déjà vu più evidente: l'appalto del quale si diceva appena sopra, inteso come diretta conseguenza di quella famosa lettera anonima è, guarda caso, quello incriminato. Ovvero quello al centro delle accuse mosse dalla Procura e che ha portato in queste ultime ore agli arresti eccellenti di Fernando Biagini (dirigente ai lavori pubblici), Massimo Laccetti (consigliere di maggioranza) e Adriano Bruno (imprenditore), tutti e tre coinvolti nel giro di tangenti da 80mila euro che Lello Zammarano avrebbe pagato in cambio della chiusura del contratto di locazione per l'immobile dei futuri uffici giudiziari. Sempre oggi, Leonardo Leone De Castris, procuratore capo, ha parlato esplicitamente di “tangenti in forma sistematica nell'ultimo periodo”. Un anno fa, altro déjà vu, la famigerata lettera anonima “raccontava” di un “sistema organizzato di distribuzione dei lavori in cambio di soldi pubblici”.
DENUNCIARE. A conclusione di questo breve giro d'amarcord piuttosto amaro, arrivano anche le parole odierne del Sindaco il quale, in merito ai fatti contestati al suo dirigente e al suo consigliere comunale, ha invitato tutti a collaborare, a parlare, a mettersi a disposizione della Procura. All'epoca, sempre in merito alla “lettera da prendere con le molle”, scrivemmo che “Nel Palazzo se ne parla. Eccome se se ne parla”. Fuori però, non trapelò nulla. Da oggi, per forza di cose, qualcosa dovrà cambiare. Ma, se si vuole evitare l'ennesimo triste déjà vu, c'è solo un modo: denunciare.