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  • Pubblicata il: 30/05/2020 18:55:19

La Cgil ricorda Luigi Pinto, insegnante foggiano morto nella strage di Piazza della Loggia

L’1 giugno 1974, quattro giorni dopo la terribile bomba esplosa in Piazza della Loggia a Brescia, moriva per le ferite riportate l’insegnante foggiano Luigi Pinto. Aveva solo 25 anni ed era un militante della Cgil Scuola. Fu l’ottava vittima della strage fascista che solo a distanza di 43 anni e 11 processi ha portato alla condanna definitiva dei colpevoli, i militanti di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte.

IL RICORDO. E come ogni anno la Cgil e la Flc Cgil di Foggia intendono rinnovare il patto di memoria e di impegno antifascista con una piccola cerimonia e la deposizione di una corona di fiori che, nel rispetto delle norme anti-covid, sarà celebrata lunedì 1 giugno alle ore 10.30 presso il monumento che il sindacato ha voluto e fatto realizzare nel 2013 su viale Luigi Pinto, nei giardini all’altezza dell’area mercatale. All’iniziativa parteciperanno i famigliari di Luigi e ha dato il suo patrocinio morale e sarà presente anche l’Amministrazione comunale di Foggia.

OPERAIO E POI INSENGNANTE. Luigi Pinto era aveva lasciato la città d’origine subito dopo il diploma: era stato operaio in uno zuccherificio, minatore in Sardegna, fino ai primi incarichi di insegnamento delle Applicazioni tecniche nella scuola media che lo portarono a Rovigo, poi a Ostiglia, infine a Siviano di Montisola, in provincia di Brescia. Nel settembre del 1973 aveva sposato Ada, una compagna della scuola.

UN ATTO DI VIGLIACCHERIA FASCISTA.Una vita spezzata giovanissima ma vissuta nella memoria di noi tutti – afferma Maurizio Carmeno, segretario generale della Camera del Lavoro di Foggia -. Quel 28 maggio Gino, come lo chiamavano i suoi cari, era in quella piazza assieme a tanti lavoratori e cittadini per manifestare contro una lunga sequela di attentati neofascisti. Un presidio democratico che ebbe una partecipazione enorme, anche grazie allo sciopero generale di quattro ore che fu indetto da Cgil Cisl Uil. La bomba con un chilo di tritolo fu inserita in un cestino dei rifiuti posizionato su una colonna del loggiato della piazza, proprio dove Luigi Pinto e altri avevano cercato riparo per l’incessante pioggia. L’atto di suprema vigliaccheria dello stragismo fascista, che dopo Milano colpirà ancora inermi cittadini al solo scopo di generare un clima di tensione che portasse il paese nel caos. Fu invece grazie all’azione forte e responsabile dei cittadini, del sindacato, dei partiti democratici, che questo non avvenne, nonostante il grave tributo di sangue che sarà pagato in altre stragi negli anni successivi”.

LA MEMORIA PARLA ALL'OGGI.Il tributo a Luigi Pinto e alle altre vittime della strage di Brescia – sottolinea Angelo Basta, segretario generale della Flc Cgil di Foggia – non è mai esercizio rituale: la memoria storica parla all’oggi, al futuro, ci spinge a conoscere cosa ha vissuto questo paese, eventi che hanno segnato la vita democratica, a riconoscere e rinnovare quei valori e quegli ideali per cui tante persone sono morte, valori come l’antifascismo che è il collante della nostra Costituzione e della Repubblica nata dalla lotta partigiana. Ancor più necessario farlo in tempi di rinnovati revanscismi, in cui aggregati neofascisti rialzano orgogliosamente la testa. Sappiano che vecchi e nuovi partigiani della democrazia vigileranno perché mai più il Paese possa rivivere pagine e stagioni così tragiche. I fiori a Pinto sono il simbolo di un impegno che si rinnova, giorno per giorno Luigi vive nella memoria di tutti noi assieme a Livia Bottardi Milani, che aveva 32 anni, Giulietta Banzi Bazoli, di 34 anni, a Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, ad Alberto Trebeschi, 37 anni, tutti militanti della Cgil Scuola e caduti nella strage di Brescia, assieme a Vittorio Zambarda, 60 anni, Euplo Natali, 69 anni – entrambi militanti del Pci - e Bartolomeo Talenti, 56, operaio iscritto alla Federazione dei Lavoratori Metalmeccanici”.

di Redazione