L’Ente, infatti, dichiarato insolvente e salvato dal precipizio nel quale sarebbe caduto nel dicembre 2013, qualora non fosse stato ammesso alla procedura di Amministrazione Straordinaria, versa in una situazione di deficit che deve essere affrontata e risolta evitando così la messa in liquidazione, che comporterebbe delle ingenti perdite, sia in termini di livelli occupazionali che con riferimento alla dissipazione del know how in materia sanitaria maturato negli anni dal nostro personale.
L’attività di risanamento, nonostante la necessità di ottenere economie, viene condotta sempre nel rispetto della salvaguardia dei fabbisogni di assistenza sanitaria e socio sanitaria prestata ai pazienti.
Quanto alla preoccupazioni delle famiglie sulla qualità dell’assistenza ai propri cari, si assicura che le richieste di diete speciali saranno soddisfatte, così come già oggi avviene per tutti gli altri pazienti ricoverati presso la struttura di Foggia.
Il Commissario Straordinario puntualizza che qualora istanze specifiche in tal senso non dovessero essere accolte (per ragioni che sfuggono all’Amministrazione Straordinaria) i familiari dei pazienti potranno rivolgersi direttamente alla segreteria del Commissario Straordinario che adotterà tutti i provvedimenti che riterrà opportuni.
Relativamente alle legittime istanze avanzate dai cuochi dipendenti della Ambrosia Technologies S.r.l. impiegati nella cucinetta dell’Hospice, si ha ragione di credere che alcuna difficoltà avrà il fornitore a ricollocarli nella cucina centrale del Don Uva di Foggia nell’ambito della propria organizzazione del lavoro.