Il limite di 30 Km/h sulle strade urbane, ad esclusione di alcune vie di scorrimento; l'autorizzazione a percorrere in bici le corsie attualmente riservate a bus e taxi; un rigoroso impegno contro il parcheggio delle automobili in doppia fila o sui marciapiedi. L’associazione Cicloamici di Foggia ‘ricomincia da tre’. Da tre proposte presentate, ancora una volta, all’attenzione del Comune di Foggia affinché adotti “da subito alcune delle iniziative proposte dall'ANCI e dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta). In particolare, quelle più urgenti per promuovere e tutelare la mobilità sostenibile nella nostra città”.
STRADE PERICOLOSE Perché per l’associazione affiliata alla FIAB “purtroppo le strade di Foggia continuano ad essere troppo pericolose, soprattutto per pedoni e ciclisti. Ciò è testimoniato – rilevano i Cicloamici - non solo da chi percorre le strade cittadine in bici o a piedi, ma anche dalle continue notizie di morti o feriti a causa di investimenti.” Non a caso, l'anno scorso i Cicloamici di Foggia installarono una ghost-bike in via Napoli, dove era stato investito a morte il ciclista Leonid, proprio per richiamare automobilisti ed istituzioni, rispettivamente, ad atteggiamenti di guida più consapevoli e a provvedimenti in favore della sicurezza dell'utenza ‘debole’ della strada.
ASPETTATIVE DELUSE A distanza di oltre un anno, però, le aspettative dei Cicloamici “non hanno trovato riscontro, così come recentemente evidenziato dalle assurde morti di un anziano in via Matteotti e di un disabile in via San Severo e dai gravi ferimenti di ciclisti in Corso Roma, in Piazza Sant'Eligio ed in Via Silvio Pellico”. Di conseguenza, “le proposte da tempo avanzate dai Cicloamici di Foggia sono le stesse che l'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ha presentato al Parlamento, affinché siano integrate nel Codice della Strada”. E le più significative sono, appunto: il limite di velocità di 30 Km/h nei centri urbani, il riconoscimento dell'’infortunio in itinere’ per chi subisce un incidente mentre raggiunge il luogo di lavoro in bici, l’onere della prova a carico degli automobilisti in caso di incidente con una bici, l’autorizzazione alla circolazione delle biciclette in doppio senso di marcia, la possibilità di percorrere in bici le corsie preferenziali ed infine l'obbligo, da parte dei Comuni, di dotarsi del Piano della Mobilità Ciclistica. Alcune di queste, quindi, sono state richieste con urgenza all’Amministrazione Comunale. Che al momento ha mostrato indifferenza verso queste richieste. Forse aspetta che aumenti il numero delle vittime stradali?