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  • Pubblicata il: 20/03/2021 16:57:46

Comune, la minoranza fa 13: nuova visita al notaio per le dimissioni, c'è anche Iaccarino per sciogliere il Consiglio

Sono 13, per ora. Ma servono altri 4 consiglieri per provocare l’auto scioglimento del Consiglio comunale di Foggia. Dopo il primo tentativo, l’opposizione ci riprova. È tornata dal notaio e ha presentato le proprie dimissioni. Dodici consiglieri – Pasquale Dell’Aquila, Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo, Annarita Palmieri per il PD, insieme a Pippo Cavaliere, candidato sindaco centrosinistra, i 5 Stelle Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato, Rosario Cusmai per Italia in Comune, Sergio Clemente per Popolari per Emiliano, Antonio De Sabato per Senso Civico e Giulio Scapato per La Città dei Diritti – a cui si è aggiunto anche Leonardo Iaccarino, ormai in rotta con Franco Landella dopo la rimozione da Presidente del Consiglio comunale.

L'APPELLO.  Le nostre firme, però – evidenziano dall’opposizione -, non sono sufficienti a determinare l'effetto che la gran parte della città attende e vuole. Per questa ragione ci rivolgiamo ai nostri colleghi della maggioranza: ci sono ancora 3 giorni per testimoniare la vostra estraneità alla pessima gestione e riscattare agli occhi dei foggiani il ruolo della politica e la funzione della rappresentanza. In tale contesto, rimanere attaccati alla sedia costituisce un pessimo messaggio ai cittadini, soprattutto ai più giovani, che legittimamente aspirano ad un radicale cambiamento e che sono pronti ad impegnarsi per conquistarlo”.

LE INCOGNITE. La pressione maggiore viene posta ora sui consiglieri di Popolari Pugliesi. O meglio, sui due che fanno ancora parte del neonato gruppo – Massimiliano Di Fonso e Danilo Maffei – e gli altri due che si sono staccati, creandone già un altro: Pasquale Rignanese e Antonio Capotosto, ora componenti di ‘Insieme per Foggia’.  A questo punto Landella dovrà mostrare la sua capacità di 'fare sintesi' e non scontentare nessuno nella sua maggioranza sempre più in tumulto (a cominciare dalla scelta del Presidente del Consiglio comunale), per evitare ulteriori defezioni e restare in carica, con l'incognita sempre presente della Commissione d'accesso per valutare infilitrazioni mafiose nell'Amministrazione.

di Redazione