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  • Pubblicata il: 05/03/2014 15:50:00

Confcommercio, nel 2013 oltre seimila aziende foggiane hanno abbassato la saracinesca

“Ormai siamo al tracollo”. E si rivolge al Prefetto

“Complessivamente in Capitanata hanno cessato la loro attività nell’anno appena concluso più di 6000 mila aziende. Il dato più preoccupante è che il livello più alto di chiusure si registra tra le imprese del commercio al dettaglio (oltre 1050) e della ristorazione (330) con una media che si aggira sul 10% delle aziende attive”. Per Confcommercio Foggia non ci sono più dubbi: “Ormai siamo al tracollo, è necessario aprire in questo territorio una vertenza commercio; perché se continua così non abbiamo altra soluzione che portare qui le chiavi delle nostre attività”. Ed è proprio questo il messaggio recapitato dalla delegazione Confcommercio, guidata dal presidente provinciale Damiano Gelsomino questa mattina al vice prefetto vicario, Francesco Cappetta .

LE RICHIESTE Perché la situazione in provincia di Foggia per la micro impresa commerciale e artigiana, corre il rischio di diventare una vera e propria emergenza sociale. Ed allora, al Prefetto Confcommercio “chiede di svolgere un ruolo attivo nei confronti delle Amministrazioni. Due gli obiettivi: evitare, ove possibile, interessi di mora per la Tares 2013 e permettere dilazioni; convincere le Amministrazioni ad applicare le aliquote minime per la Tasi 2014. A tal fine Confcommercio ha chiesto che la Prefettura si adoperi per convocare un tavolo tecnico di confronto con i Comuni per concertare modalità e termini per l’applicazione della nuova normativa. Come categoria – ha rimarcato Gelsomino - vogliamo fare la nostra parte, ma anche capire bene le tasse che paghiamo come vengono spese dai nostri amministratori. Il fine ultimo è evitare che si abbassino definitivamente altre saracinesche”.

LA CASSA INTEGRAZIONE Inoltre, Confcommercio ricorda che “la cassa integrazione in deroga ha permesso di evitare un po’ di licenziamenti, ma la situazione sta rapidamente peggiorando e molti ritengono che non ci sia altra strada che la chiusura. Restare aperti per molti significa solo caricarsi di altre tasse che non si è in grado di pagare – ha evidenziato Gelsomino - . Quello che più spaventa è che questo infinito aumento si sposa con una crisi nei consumi che non ha precedenti. Dal 2008 la spesa media delle famiglie pugliesi è in costante discesa. Si calcola che nel periodo 2008-2012 la spesa media mensile delle famiglie sul nostro territorio si è ridotta di circa 200 euro in valore assoluto con una flessione pari a circa il 9%. Un dato che il 2013 non ha certo aiutato a superare”.

 

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di Redazione