Stampa questa pagina
  • Pubblicata il: 16/12/2014 13:22:00

Consorzio Agrario, “sbuca” direttiva del Ministero: il Presidente governa ma può farlo?

Intanto, licenziamenti e chiusura di tre agenzie agrarie

L'indiscrezione giaceva nei faldoni del Consorzio Agrario Provinciale e non era affatto un'indiscrezione. Bensì una “carta” ufficiale, con tanto di firma del Direttore Generale Simonetta Moleti, emanata dal Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione generale per la vigilanza sugli enti, il sistema cooperativo e le gestioni commissariali. L'oggetto della missiva, indirizzata al Commissario liquidatore del C.A.P. Di Foggia, avvocato Gaetano Prencipe, è chiaro: “Liquidazione coatta amministrativa del Consorzio Agrario Provinciale di Foggia”.
 
L'APPROVAZIONE DEL TRIBUNALE. Una direttiva, in pratica, ignorata dall'attuale Presidente del Consorzio Agrario, Francesco Schiavone, la quale metterebbe non pochi dubbi sulla sua legittimità a sedere al vertice di un ente che, dal 20 gennaio 1994, è in stato di liquidazione. Una storia travagliata quella del Consorzio foggiano ma che, negli ultimi mesi, ha avuto un'accelerazione improvvisa, con ripercussioni importanti nei confronti di alcuni lavoratori e di certe agenzie agrarie dislocate sul territorio. In breve, a dare la svolta è stata l'approvazione in via definitiva (e dopo circa vent'anni) dell'ultimo Concordato presentato dal Consorzio Agrario, esattamente nel 2013, riguardante questioni di liquidazioni, immobili, situazione creditizia e rimanenze. Approvazione avvenuta da parte del Tribunale di Foggia, il quale ha depositato il decreto presso la Cancelleria della Sezione Fallimentare in data 10 luglio 2014 – così come espressamente riportato nella missiva del Ministero, la quale anzi delibera proprio alla luce dell'approvazione del Concordato.
 
MAI FATTE NUOVE ELEZIONI. Il 10 settembre 2014 pertanto, preso atto del decreto, il Ministero affida al Commissario Liquidatore del Consorzio Agrario di Foggia, Gaetano Prencipe, le “Funzioni di Commissario governativo ex art. 2545 sexiesdecies c.c. con il compito specifico di convocare l'Assemblea generale dei soci per la ricostruzione degli organi sociali”. In pratica, si stabiliva di procedere nuovamente all'elezione di un nuovo presidente, di un vicepresidente (carica tuttora scoperta, causa il decesso dell'allora vicepresidente) e del Consiglio di Amministrazione. Cosa che non è mai avvenuta, perché l'indomani dalla sentenza di approvazione del Concordato, il Consorzio Agrario è tornato nelle mani di un consiglio di amministrazione eletto nientemeno che il 13 dicembre del 2006 e, come se non bastasse, successivamente sospeso a causa di una sentenza della Corte d'Appello la quale, di fatto, bocciava il secondo Concordato presentato nel 2003 dal Consorzio. 
 
UN CONSIGLIO DATATO 2006. In pratica, il Consiglio di Amministrazione attuale e l'odierno Presidente, Francesco Schiavone, secondo quanto sostenuto dal Ministero dello Sviluppo, risulterebbero al momento illegittimi, altrimenti il Ministero stesso non avrebbe mai affidato al Commissario Liquidatore, come da regola, il compito di riconvocare i soci e provvedere all'elezione di un nuovo Consiglio. Atto, quest'ultimo, che non si verifica appunto dal 2006 e che, otto anni dopo, ripropone gli stessi rappresentanti alla guida di un ente che, da settembre 2014, ha licenziato un lavoratore e chiuso ben tre agenzie sul territorio di Capitanata. Provvedimenti importanti, questi ultimi, i quali portano la firma del Presidente Francesco Schiavone che inoltre, come Presidente del Consorzio di Difesa (oltre che del Consorzio Agrario e del Gal Manfredonia), ha disposto i licenziamenti, nel corso del 2014, di altri quattro dipendenti (LEGGI “Licenziati quattro lavoratori, tre sono sindacalisti”). E che, nel caso del Consorzio Agrario, non erano previsti nell'ultimo Concordato approvato, il quale già prevedeva un piano di ristrutturazione aziendale comprendente sacrifici dei lavoratori e riduzione dei costi, indispensabili per la sopravvivenza dell'ente.
 
IL BOTTA E RISPOSTA COL MINISTERO. In sintesi, il Consiglio del Consorzio è composto da 13 unità. La maggioranza appartiene a Coldiretti, con ben 7 rappresentanti. Da quando Francesco Schiavone ha ripreso la carica di Presidente, il Consorzio non ha mai convocato l'assemblea dei soci. Stando alla regola, e stando alle indiscrezioni filtrate dall'ente, l'avvocato Prencipe avrebbe risposto alla direttiva del Ministero manifestando la propria impossibilità a procedere a causa del reinsediamento del vecchio consiglio risalente a otto anni prima. La risposta, da Roma, pare sia stata indirizzata sempre al Commissario Liquidatore, incaricato di scrivere a Schiavone per fare in modo che si potesse provvedere nuovamente all'elezione di un nuovo Consiglio. Cosa, in realtà, ad oggi mai avvenuta (con buona pace di un lavoratore licenziato e delle tre agenzie agrarie invise al Consiglio e chiuse da un giorno all'altro). 
 
L'indiscrezione giaceva nei faldoni del Consorzio Agrario Provinciale e non era affatto un'indiscrezione. Bensì una “carta” ufficiale, con tanto di firma del Direttore Generale Simonetta Moleti, emanata dal Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione generale per la vigilanza sugli enti, il sistema cooperativo e le gestioni commissariali. L'oggetto della missiva, indirizzata al Commissario liquidatore del C.A.P. Di Foggia, avvocato Gaetano Prencipe, è chiaro: “Liquidazione coatta amministrativa del Consorzio Agrario Provinciale di Foggia”.
L'APPROVAZIONE DEL TRIBUNALE. Una direttiva, in pratica, ignorata dall'attuale Presidente del Consorzio Agrario, Francesco Schiavone, la quale metterebbe non pochi dubbi sulla sua legittimità a sedere al vertice di un ente che, dal 20 gennaio 1994, è in stato di liquidazione. Una storia travagliata quella del Consorzio foggiano ma che, negli ultimi mesi, ha avuto un'accelerazione improvvisa, con ripercussioni importanti nei confronti di alcuni lavoratori e di certe agenzie agrarie dislocate sul territorio. In breve, a dare la svolta è stata l'approvazione in via definitiva (e dopo circa vent'anni) dell'ultimo Concordato presentato dal Consorzio Agrario, esattamente nel 2013 (proposto dall'amministrazione Schiavone e che prevede il pagamento di 37milioni di euro a fronte di 96 di debiti attraverso la liquidazione dell'attivo e degli immobili del Consorzio). Approvazione avvenuta da parte del Tribunale di Foggia, il quale ha depositato il decreto presso la Cancelleria della Sezione Fallimentare in data 10 luglio 2014.
MAI FATTE NUOVE ELEZIONI. Il 10 settembre 2014 pertanto, preso atto del decreto, il Ministero affida al Commissario Liquidatore del Consorzio Agrario di Foggia, Gaetano Prencipe, le “Funzioni di Commissario governativo ex art. 2545 sexiesdecies c.c. con il compito specifico di convocare l'Assemblea generale dei soci per la ricostruzione degli organi sociali”. In pratica, si stabiliva di procedere nuovamente all'elezione di un nuovo presidente, di un vicepresidente (carica tuttora scoperta, causa il decesso dell'allora vicepresidente) e del Consiglio di Amministrazione. Cosa che non è mai avvenuta, perché l'indomani dalla sentenza di approvazione del Concordato, il Consorzio Agrario è tornato nelle mani di un consiglio di amministrazione eletto nientemeno che il 13 dicembre del 2006 e, come se non bastasse, successivamente sospeso a causa di una sentenza della Corte d'Appello la quale, di fatto, bocciava il secondo Concordato presentato nel 2003 dal Consorzio.
UN CONSIGLIO DATATO 2006. Il Consiglio di Amministrazione attuale e l'odierno Presidente, Francesco Schiavone, secondo quanto sostenuto dal Ministero dello Sviluppo, risulterebbero al momento illegittimi, altrimenti il Ministero stesso non avrebbe mai affidato al Commissario Liquidatore, come da regola, il compito di riconvocare i soci e provvedere all'elezione di un nuovo Consiglio. Atto, quest'ultimo, che non si verifica appunto dal 2006 e che, otto anni dopo, ripropone gli stessi rappresentanti alla guida di un ente che, da settembre 2014, ha licenziato un lavoratore, disposto il part-time per altri dieci dipendenti e chiuso ben tre agenzie sul territorio di Capitanata. Provvedimenti importanti, questi ultimi, i quali portano la firma del Presidente Francesco Schiavone che inoltre, come Presidente del Consorzio di Difesa (oltre che del Consorzio Agrario e del Gal Manfredonia), ha disposto i licenziamenti, nel corso del 2013, di altri quattro dipendenti (LEGGI “Licenziati quattro lavoratori, tre sono sindacalisti”). E che, nel caso del Consorzio Agrario, non erano previsti nell'ultimo Concordato, poiché il piano di ristrutturazione aziendale presentato al Ministero e approvato dallo stesso due anni prima del Concordato, già prevedeva sacrifici dei lavoratori e riduzione dei costi, indispensabili per la sopravvivenza dell'ente.
IL BOTTA E RISPOSTA COL MINISTERO. In sintesi, il Consiglio del Consorzio è composto da 13 unità. La maggioranza appartiene a Coldiretti, con ben 7 rappresentanti. Da quando Francesco Schiavone ha ripreso la carica di Presidente, il Consorzio non ha mai convocato l'assemblea dei soci. Stando alla regola, e stando alle indiscrezioni filtrate dall'ente, l'avvocato Prencipe avrebbe risposto alla direttiva del Ministero manifestando la propria impossibilità a procedere a causa del reinsediamento del vecchio consiglio risalente a otto anni prima. La risposta, da Roma, pare sia stata indirizzata sempre al Commissario Liquidatore, incaricato di scrivere a Schiavone per fare in modo che si potesse provvedere nuovamente all'elezione di un nuovo Consiglio. Cosa, in realtà, ad oggi mai avvenuta (con buona pace di un lavoratore licenziato e delle tre agenzie con deposito invise al Consiglio e chiuse da un giorno all'altro). 

di Redazione