IL RICORDO. Il candidato sindaco del centrodestra Franco Landella sceglie la via della sobrietà, dopo il crollo della palazzina in via De Amicis e annuncia la sua decisione di annullare tutte le feste, le manifestazioni pubbliche e di piazza previste negli ultimi giorni della campagna elettorale per il turno di ballottaggio, in segno di rispetto per il dolore che ha colpito Foggia con la tragedia di via Edmondo De Amicis. “Ci sono momenti in cui la politica ha il dovere di restare in silenzio. Non per un calcolo elettoralistico ma per non tradire la sua missione più autentica. Tragedie come quella di via De Amicis non sono lutti individuali ma drammi collettivi. Questo evento riporta alla mente ricordi lontani, ferite mai rimarginate: da viale Giotto a via delle Frasche – spiega Landella –. Mentre la campagna elettorale vive il suo ultimo scampolo due giovani vite sono state spezzate, un bambino non potrà più sentire il calore e l’abbraccio dei propri genitori. Tutto questo non mi è estraneo. Tutto questo accade alla città che amo e che mi candido ad ascoltare e guidare”.
IL SILENZIO. “Ho condiviso con il mio avversario Augusto Marasco – prosegue - la decisione di sospendere le attività elettorali nella giornata di oggi. In tutta sincerità, però, proseguire una campagna elettorale dai toni forti mentre la nostra comunità vive una tragedia che ci scuote e ci lascia senza parole significherebbe non rispettare quello che, ripeto, non è un lutto individuale ma una dramma collettivo. Sono prima di tutto un cittadino di Foggia, un figlio di questa città, che sente il dovere di stringersi attorno alla sua famiglia in silenzio”.
NIENTE PIAZZA. “Proseguirò dunque questi ultimi giorni di campagna elettorale in modo sobrio, continuerò a confrontarmi con il mio avversario, per affermare le mie idee e la mia proposta politica. Ma lo farò - conclude il candidato sindaco del centrodestra - rinunciando a quelle grandi e meravigliose feste che sono le manifestazioni di piazza, cariche di passione e di entusiasmo, nella convinzione che quando una comunità è ferita al cuore anche le occasioni di gioia possano e debbano essere messe in secondo piano”.