Stampa questa pagina
  • Pubblicata il: 02/09/2023 16:11:29

Cronache dal passato/Quando anche a Foggia le scuole riaprivano l'1 ottobre: i "Remigini", la libreria Parnaso, le file in Standa e Upim... 

Torna la rubrica a cura di Salvatore Agostino Aiezza

Cosa mai ne sapranno le nuove generazioni delle tradizioni, dei preparativi e riti pre-scolastici, che accompagnavano per tutto il mese di settembre le generazioni dei loro genitori? Oggi, nel tempo di internet, dei social network, nell’era della globalizzazione, tutto si riduce a qualche “clic” sul pulsante della tastiera di un pc o del cellulare. Ma un tempo non era proprio così semplice prepararsi a far ritorno a scuola dopo la fine delle vacanze. Proviamo allora a “rivivere”, sia pure soltanto attraverso la lettura di queste righe e magari mettendoci un po’ di immaginazione, quali fossero i riti e le tradizioni delle famiglie alle prese con i figli in età scolare.

I REMIGINI. La prima cosa da sapere è che le scuole sino al 1976 aprivano tutte insieme l'1 ottobre, giorno di San Remigio, motivo per il quale gli scolari della prima elementare che facevano ingresso per la prima volta a scuola venivano chiamati “Remigini”. Dal 1977, con la Legge nr 517, fu stabilita l’apertura delle scuole a settembre e in date diverse per ciascuna regione. Ci si accorge subito che la riapertura delle scuole a ottobre significava un mese di vacanze in più per noi studenti del tempo, ma anche un mese di “fatica” in più per le nostre mamme che, dopo le vacanze, dovevano tenerci a casa un mese intero e, nelle famiglie con più figli, la cosa creava problemi di convivenza spesso risolvibili solo con lanci di “ciabatte” e “urla” (e nei casi più drastici la minaccia del battipanni) da parte delle povere mamme. Il mese “sabbatico” di settembre era infatti un tempo in cui le vacanze erano finite e la scuola ancora di lì da venire, per cui le giornate si trascorrevano per lo più nei cortili o per le strade a giocare a pallone, chiacchierare e in casa a… ozieggiare. Da questo andazzo si sottraevano solo coloro che essendo stati “rimandati” (termine con il quale si indicava l’odierno “debito scolastico”) in una o più materie a giugno, avrebbe dovuto sostenere nel mese di settembre gli esami di riparazione che allora erano scritti e orali e facevano davvero paura. Per tutti gli altri, che fossero stati promossi o respinti, non restava altro che organizzarsi al meglio.

IL LAVORO STAGIONALE. Non tutti, per la verità, oziavano: tantissimi di noi approfittavano del mese di settembre per fare qualche lavoretto e mettere da parte un po' di soldi. Il lavoro più gettonato per il quale vi era un’offerta molto vasta era quello del taglio dell’uva. Nei primissimi giorni di settembre, alle prime luci dell’alba, chi voleva essere assunto per questo lavoro si recava in Corso Garibaldi all’incrocio con Corso Vittorio Emanuele, nei pressi della libreria Dante e dove si davano appuntamento gli agricoltori o i contadini per l’assunzione della mano d’opera per le vigne. In una quindicina di giorni di lavoro si poteva arrivare a mettere da parte anche 4/500 mila lire che avrebbero fatto comodo per il seguito dell’anno. In questa atmosfera dunque, ci si preparava anche per l’avvicinarsi del nuovo anno scolastico.

L'OCCORRENTE. Dopo le vacanze le nostre mamme, sempre parsimoniose e previdenti, insieme al papà cominciavano a stilare l’elenco dell’occorrente per il nuovo anno scolastico: dallo zaino al grembiule, le scarpe nuove, l’astuccio, il diario, gli attrezzi per il disegno e tanto altro. Per prima cosa si valutava cosa potesse essere ancora utilizzato o riutilizzato dai fratelli o sorelle più piccoli. E dopo la metà di settembre si iniziava con il giro dei negozi dove fare gli acquisti: ecco allora che le famigliole, sin dal pomeriggio,   riempivano le strade del centro di Foggia alla ricerca del negozio più economico. La STANDA e l’UPIM erano ovviamente i grandi magazzin per eccellenza e più frequentati. In certi giorni di settembre era difficile persino entrarvi. Lì si trovava tutto il necessario per la scuola a prezzi per tutte le tasche. Quaderni, penne, colori di ogni tipo e qualità, diari che facevano sgranare gli occhi a noi ragazzi perchè erano davvero molto belli e c’era solo l’imbarazzo della scelta. Poi gli zaini, dal più moderno e pubblicizzato a quello economico anche se in quegli anni si usavano quasi solo le cartelle e poi i reparti abbigliamento con i grembiuli, le tute e le scarpe per la ginnastica. 

IL RITORNO. Terminati gli acquisti per il materiale scolastico si destinavano altre uscite per acquistare o prenotare i libri. A Foggia le cartolibrerie erano poche, come si può immaginare, e ciascuna aveva la sua clientela di fiducia. Una delle più frequentate, insieme alla libreria Dante e Parnaso, era senza dubbio la libreria “Athena” in Corso Roma, di fronte all’Inam. Era ben fornita dei testi per tutte le scuole e la sua clientela era composta per la maggior parte da dipendenti pubblici e privati poichè concedeva, a chi doveva sostenere una spesa notevole per i libri, di poter pagare un po’ al mese. La compravendita di libri usati non era ancora molto sviluppata perchè i nostri genitori preferivano acquistare i libri nuovi e delle edizioni più recenti, comunque tra studenti amici o conoscenti a volte si acquistavano anche libri usati. E così, piano piano, passava anche settembre e arrivava l'1 ottobre. Foggia, come qualsiasi altra città, improvvisamente si rianimava: davanti alle scuole si attendeva con ansia l’apertura dei cancelli e si era felici di rivedere e abbracciare i compagni di scuola che avevamo lasciato a giugno. Gli alunni delle prime classi, invece, attendevano con ansia di conoscere la sezione alla quale sarebbero stati assegnati. Buona scuola a tutti...
L'AUTORE. Salvatore Agostino Aiezza (in alto a destra nella foto)

di Redazione