In Italia esistono non solo individui ma interi soggetti sociali totalmente privi di diritti, dimenticati dalla legge, emarginati dalla cultura dominante, costretti a vivere nell'oblio. Tra essi le famiglie omogenitoriali, nuclei familiari dove la coppia di genitori è omosessuale.
Secondo lo Stato italiano, queste persone non possono sposarsi nè avere figli (per farlo devono emigrare in altri Stati più evoluti in materia come Spagna, Stati Uniti, Canada, Portogallo, Argentina, Paesi Scandinavi), in definitiva non possono vivere normalmente i più umani dei sentimenti, quali l'amore e la genitorialità: divieti percepiti come profonde ingiustizie perpetuate dalla legge, dalla religione e dalla cultura dominante del "Bel Paese", spesso vittima di disinformazione sul tema.
Proprio ieri, nel giorno in cui a Foggia andava in scena l'atto conclusivo del primo convegno italiano sulle famiglie con genitori omosessuali dal titolo "Genitori come gli altri - Famiglie omogenitoriali: diritti e cittadinanza", il Papa lanciava pubblicamente l'ennesimo "monito" sul tema: "i matrimoni gay sono un’offesa contro la verità della persona umana e una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Strano scherzo del destino che ancora una volta avvilisce gli omosessuali, a maggior ragione quelli italiani, sfregiandone l'intimità.
Nonostante tutto, le famiglie omogenitoriali, circa 500 in Italia, sono ora più che mai determinate a emergere, a sensibilizzare la società civile alle loro problematiche, a studiare e a promuovere i loro diritti.
Diritti che in altri Stati vengono garantiti: come in Inghilterra, storicamente nazione modello per l'evoluta normativa a tutela degli omosessuali, o nella cattolicissima Spagna dove dal 2005 persone dello stesso sesso possono unirsi in matrimonio, e accedere, addirittura dalla fine degli anni '80, alle tecniche di fecondazione assistita eterologa, come ha spiegato Jose Ignacio Pichardo Galàn, antropologo dell'Università Complutense di Madrid, intervenuto, giovedì sera, nella giornata inaugurale della prima sessione italiana di studio sul tema, durata due giorni e tenutasi presso l'Aula seminari della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Foggia, in collaborazione con lo stesso ateneo, la Regione Puglia e la consigliera di Parità della Provincia di Foggia, Antonietta Colasanto, che ha svolto un ruolo determinante nel sostegno al progetto.
"Ritengo che i tempi siano maturi per il riconoscimento di questi diritti. Io mi batterò per questo", ha fatto sapere il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, attraverso una lettera scritta per l'occasione e letta in apertura dei lavori da Giuseppa La Delfa (presidente dell'associazione nazionale Famiglie Arcobaleno - movimento delle famiglie omogenitoriali), tra le organizzatrici dell'iniziativa.
"In Puglia, come in tutta Italia, è ancora inesistente una rete di servizi che sostenga le problematiche di genere. Dobbiamo lottare per creare un sistema che orienti e aiuti gli omosessuali e le famiglie omogenitoriali a perseguire e conquistare i propri diritti", ha aggiunto Rosa Paparella, rappresentante delle Regione Puglia in materia di diritti dell'infanzia e di genere.
Foggia, dunque, per una volta, fronte d'avanguardia d'Italia per i diritti civili. Punto di partenza di un percorso che mira in futuro a raggiungere, per esempio, le conquiste della Spagna, dove, ha spiegato il prof. Galàn durante il convegno foggiano, "i gay hanno ormai icone e rappresentanti illustri, oltre che in tv, addirittura nell'esercito; il 52 percento dei cattolici praticanti è a favore delle famiglie omogenitoriali; 1 coppia di lesbiche su 4 e 1 coppia di gay su 10 hanno figli per un totale di oltre 2800 bambini che vivono con genitori omosessuali nel pieno dei diritti giuridici".
"La famiglia è una realtà culturale - ha sottolineato Galàn - e come tale la sua organizzazione cambia a seconda delle realtà storico-geografiche. La famiglia nucleare eterosessuale non è l'unica famiglia possibile, semplicemente quella che la cultura occidentale ha individuato come "naturale", ma la realtà dimostra che in varie parti ed epoche del mondo esistono formazioni familiari differenti".
"La famiglia con genitori omosessuali - ha rimarcato Giuseppa La Delfa - esiste da sempre (penso a casi illustri come quello di Oscar Wilde) ma purtroppo in Italia resta ancora troppo nascosta e sommersa. Io e la mia compagna abbiamo due figli. La nostra vita è in Francia e in Spagna, dove vediamo riconosciuti i nostri diritti. In Italia, invece, non abbiamo nessuna delle agevolazioni garantite alla famiglie "canoniche", dall'eredità alla pensione di reversibilità, dall'assistenza sanitaria alle agevolazioni fiscali, dai diritti sul lavoro al sostegno statale alle famiglie: è per accedere a tutto questo che da anni combattiamo per il matrimonio omosessuale in questo Paese". "Ci siamo impegnati tanto affinché la discussione sul tema partisse proprio dai una città del Sud come Foggia", ha continuato La Delfa, che giovedì pomeriggio ha aperto con il suo intervento, insieme alla professoressa universitaria Rosa Parisi (anche lei tra le coordinatrici del progetto), la sessione di studio sul tema.
"Foggia punto di eccellenza per le discussione sulle tematiche forti", ha ribadito Antonella Cagnolati, portavoce del rettore Giuliano Volpe in tema di pari opportunità.
Il tavolo di studio "Genitori come gli altri - Famiglie omogenitoriali: diritti e cittadinanza" ha visto anche la partecipazione di Gabriele Scalfarotto, presidente nazionale dell'Agedo (associazione dei genitori di figli omosessuali), ma soprattutto l'intervento di studiosi di fama nazionale e internazionale, tra cui lo psichiatra e professore di psicologia dinamica Vittorio Lingiardi, che da anni fornisce importanti contributi scientifici sui temi dell'identità sessuale e dell'orientamento di genere e che nel 2008 ha pubblicato "Citizen Gay. Affetti e diritti" (Il Saggiatore), in cui dedica un intero capitolo proprio alle famiglie omogenitoriali.
Il prof. Lingiardi, nel suo intervento mirato a presentare la ricerca "Nei luoghi delle origini, le figure del donatore di seme e della portatrice" di Nicola Carone (suo allievo e collaboratore di ricerca, presente anch'egli al convegno), è partito da alcune verità scientifiche sulla tematica frutto di numerose ricerche internazionali: "Autorevoli organismi scientifici come l'American psychoanalytic association - ha sottolineato Lingiardi - hanno dimostrato che i figli di coppie omosessuali crescono con lo stesso grado di salute mentale dei figli di coppie etero. Per il bambino l'unica cosa importante è sentire calore e attaccamento genitoriale intorno a sè. Di contro, l'unica cosa che può danneggiare la vita psichica del fanciullo è lo stigma della società verso la sua situazione familiare. La sessualità del bambino, inoltre, non viene influenzata da quella dei genitori".
Successivamente Carone è entrato nel merito della sua ricerca, fondata sulla figura "dei prestatori di gameti" per la fecondazione eterologa dimostrando come il donatore di seme o la portatrice del feto in altri stati possano rappresentare un'opportunità di allargamento della famiglia e degli affetti per il figlio della coppia omosessuale.
Alexander Schuster, giurista del Gruppo Legale Famiglie Arcobaleno, ha poi fornito il quadro giuridico, ancora molto incerto e difforme, che norma i diritti delle coppie di fatto e delle famiglie omogenitoriali in Italia e in Europa.
Infine Angelo Berbotto, avvocato di diritto minorile e sostenitore delle famiglie arcobaleno ha illustrato le tappe storiche e la funzione del movimento Nelfa (www.nelfa.org) che da qualche anno difende i diritti delle famiglie omogenitoriali e il cui obiettivo è parificare in tutta Europa la giurisdizione in materia sul modello anglosassone.
Dopo lo sguardo teorico generale del primo giorno, la seconda e ultima giornata del convegno foggiano ha approfondito il tema della famiglia omogenitoriale attraverso l'analisi di accademici e amministratori su istituzioni e politiche sociali, il racconto delle storie di vita e l'illustrazione della letteratura per l'infanzia interessate dal fenomeno.
In Italia esistono non solo individui ma interi soggetti sociali totalmente privi di diritti, dimenticati dalla legge, emarginati dalla cultura dominante, costretti a vivere nell'oblio.
Tra essi le famiglie omogenitoriali, nuclei familiari dove la coppia di genitori è omosessuale.
Secondo lo Stato italiano, queste persone non possono sposarsi nè avere figli (per farlo devono emigrare in altri Stati più evoluti in materia come Spagna, Stati Uniti, Canada, Portogallo, Argentina, Paesi Scandinavi), in definitiva non possono vivere normalmente i più umani dei sentimenti, quali l'amore e la genitorialità: divieti percepiti come profonde ingiustizie perpetuate dalla legge, dalla religione e dalla cultura dominante del "Bel Paese", spesso vittima di disinformazione sul tema.
FAMIGLIA OMOGENITORIALE, LE SFIDE. Proprio ieri, nel giorno in cui a Foggia andava in scena l'atto conclusivo del primo convegno italiano sulle famiglie con genitori omosessuali dal titolo "Genitori come gli altri - Famiglie omogenitoriali: diritti e cittadinanza", il Papa lanciava pubblicamente l'ennesimo "monito" sul tema: "La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione tra uomo e donna (...) Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi prinicìpi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.
Strano scherzo del destino che ancora una volta avvilisce gli omosessuali, a maggior ragione quelli italiani, sfregiandone l'intimità.
Nonostante tutto, le famiglie omogenitoriali, circa 500 in Italia, sono ora più che mai determinate a emergere, a sensibilizzare la società civile alle loro problematiche, a studiare e a promuovere i loro diritti. Diritti che in altri Stati vengono garantiti: come in Inghilterra, storicamente nazione modello per l'evoluta normativa a tutela degli omosessuali, o nella cattolicissima Spagna dove dal 2005 persone dello stesso sesso possono unirsi in matrimonio, e accedere, addirittura dalla fine degli anni '80, alle tecniche di fecondazione assistita eterologa, come ha spiegato Jose Ignacio Pichardo Galàn, antropologo dell'Università Complutense di Madrid, intervenuto, giovedì sera, nella giornata inaugurale della prima sessione italiana di studio sul tema, durata due giorni e tenutasi presso l'Aula seminari della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Foggia, in collaborazione con lo stesso ateneo, la Regione Puglia e la consigliera di Parità della Provincia di Foggia, Antonietta Colasanto, che ha svolto un ruolo determinante nel sostegno al progetto.
TEMPI MATURI IN PUGLIA. "Ritengo che i tempi siano maturi per il riconoscimento di questi diritti. Io mi batterò per questo", ha fatto sapere il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, attraverso una lettera scritta per l'occasione e letta in apertura dei lavori da Giuseppa La Delfa (presidente dell'associazione nazionale Famiglie Arcobaleno - movimento delle famiglie omogenitoriali), tra le organizzatrici dell'iniziativa.
"In Puglia, come in tutta Italia, è ancora inesistente una rete di servizi che sostenga le problematiche di genere. Dobbiamo lottare per creare un sistema che orienti e aiuti gli omosessuali e le famiglie omogenitoriali a perseguire e conquistare i propri diritti", ha aggiunto Rosa Paparella, rappresentante delle Regione Puglia in materia di diritti dell'infanzia e di genere.
FOGGIA FRONTIERA DEI DIRITTI CIVILI. Foggia, dunque, per una volta, fronte d'avanguardia d'Italia per i diritti civili. Punto di partenza di un percorso che mira in futuro a raggiungere, per esempio, le conquiste della Spagna, dove, ha spiegato il prof. Galàn durante il convegno foggiano, "i gay hanno ormai icone e rappresentanti illustri, oltre che in tv, addirittura nell'esercito; il 52 percento dei cattolici praticanti è a favore delle famiglie omogenitoriali; 1 coppia di lesbiche su 4 e 1 coppia di gay su 10 hanno figli per un totale di oltre 2800 bambini che vivono con genitori omosessuali nel pieno dei diritti giuridici". "La famiglia è una realtà culturale - ha sottolineato Galàn - e come tale la sua organizzazione cambia a seconda delle realtà storico-geografiche. La famiglia nucleare eterosessuale non è l'unica famiglia possibile, semplicemente quella che la cultura occidentale ha individuato come "naturale", ma la realtà dimostra che in varie parti ed epoche del mondo esistono formazioni familiari differenti".
"La famiglia con genitori omosessuali - ha rimarcato Giuseppa La Delfa - esiste da sempre (penso a casi illustri come quello di Oscar Wilde) ma purtroppo in Italia resta ancora troppo nascosta e sommersa. Io e la mia compagna abbiamo due figli. La nostra vita è in Francia e in Spagna, dove vediamo riconosciuti i nostri diritti. In Italia, invece, non abbiamo nessuna delle agevolazioni garantite alla famiglie 'canoniche', dall'eredità alla pensione di reversibilità, dall'assistenza sanitaria alle agevolazioni fiscali, dai diritti sul lavoro al sostegno statale alle famiglie: è per accedere a tutto questo che da anni combattiamo per il matrimonio omosessuale in questo Paese". "Ci siamo impegnati tanto affinché la discussione sul tema partisse proprio da una città del Sud come Foggia", ha continuato La Delfa, che giovedì pomeriggio ha aperto con il suo intervento, insieme alla professoressa universitaria Rosa Parisi (anche lei tra le coordinatrici del progetto), la sessione di studio sul tema. "Foggia punto di eccellenza per le discussione sulle tematiche forti", ha ribadito Antonella Cagnolati, portavoce del rettore Giuliano Volpe in tema di pari opportunità.
STUDI E VERITA' SCIENTIFICHE. Il tavolo di studio "Genitori come gli altri - Famiglie omogenitoriali: diritti e cittadinanza" ha visto anche la partecipazione di Gabriele Scalfarotto, presidente nazionale dell'Agedo (associazione dei genitori di figli omosessuali), ma soprattutto l'intervento di studiosi di fama nazionale e internazionale, tra cui lo psichiatra e professore di psicologia dinamica Vittorio Lingiardi, che da anni fornisce importanti contributi scientifici sui temi dell'identità sessuale e dell'orientamento di genere e che nel 2008 ha pubblicato "Citizen Gay. Affetti e diritti" (Il Saggiatore), in cui dedica un intero capitolo proprio alle famiglie omogenitoriali.
Il prof. Lingiardi, nel suo intervento mirato a presentare la ricerca "Nei luoghi delle origini, le figure del donatore di seme e della portatrice" di Nicola Carone (suo allievo e collaboratore di ricerca, presente anch'egli al convegno), è partito da alcune verità scientifiche sulla tematica frutto di numerose ricerche internazionali: "Autorevoli organismi scientifici come l'American psychoanalytic association - ha sottolineato Lingiardi - hanno dimostrato che i figli di coppie omosessuali crescono con lo stesso grado di salute mentale dei figli di coppie etero. Per il bambino l'unica cosa importante è sentire calore e attaccamento genitoriale intorno a sè. Di contro, l'unica cosa che può danneggiare la vita psichica del fanciullo è lo stigma della società verso la sua situazione familiare. La sessualità del bambino, inoltre, non viene influenzata da quella dei genitori".
Successivamente Carone è entrato nel merito della sua ricerca, fondata sulla figura dei "prestatori di gameti" per la fecondazione eterologa dimostrando come, negli Stati in cui è perrmessa, il donatore di seme o la portatrice del feto possano rappresentare un'opportunità di allargamento della famiglia e degli affetti per il figlio della coppia omosessuale.
Alexander Schuster, giurista del Gruppo Legale Famiglie Arcobaleno, ha poi fornito il quadro giuridico, ancora molto incerto e difforme, che norma i diritti delle coppie di fatto e delle famiglie omogenitoriali in Italia e in Europa.
Infine Angelo Berbotto, avvocato di diritto minorile e sostenitore delle Famiglie Arcobaleno, ha illustrato le tappe storiche e la funzione del movimento Nelfa (www.nelfa.org) che da qualche anno difende i diritti delle famiglie omogenitoriali e il cui obiettivo è parificare in tutta Europa, sul modello anglosassone, la giurisdizione in materia.
Dopo lo sguardo teorico generale del primo giorno, la seconda e ultima giornata del convegno foggiano ha approfondito l'omogenitorialità attraverso l'analisi di accademici e amministratori su istituzioni e politiche sociali, attraverso le testimonianze di vita di coppie omogenitoriali e affrontando anche il capitolo della letteratura per l'infanzia interessata dal fenomeno.