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  • Pubblicata il: 11/03/2013 12:20:00

Don Michele De Paolis, i 92 anni del prete che vive accanto agli ultimi e ai giovani

Il salesiano tra i fondatori della Comunità Emmaus

92 anni ma non li dimostra. 92 candeline spente sulla torta senza perdere energia, forza, passione, determinazione. Amore per i giovani, per i poveri, per gli ultimi, per chi vive ai margini. Don Michele De Paolis, lo scorso 9 marzo, ha festeggiato i 92 anni circondato dall’affetto di chi gli vuole bene, della comunità di Emmaus, di tutta una città ed un territorio che sulla sua bacheca facebook (da cui abbiamo preso la foto) ha postato gli auguri per ringraziarlo dell’incredibile lavoro che ha svolto in tutti questi anni. Di un lavoro che ga ripercorso fedelmente i passi di don Bosco, scommettendo sui giovani, sui ragazzi, sui minori. Stando loro vicino, cercando di tirare fuori il meglio che è in loro, recuperandoli dai ‘tunnel’ in cui spesso finiscono. Ed ancora oggi, presso la Comunità Emmaus di via Manfredonia in cui vive, don Michele condivide con loro le giornate, li ascolta, li incoraggia. E non smette di essere attivo, di celebrare messa, di essere partecipe ai bisogni della città, alle manifestazioni, agli eventi.

LA NASCITA DI EMMAUS Emmaus nasce nel 1978, da una significativa esperienza di chiesa fatta nello spirito di don Bosco nella parrocchia Sacro Cuore, in un quartiere degradato della periferia di Foggia. Un gruppo di giovani laici del quartiere, insieme a don Michele Mongiello, fonda la prima cooperativa agricola e si trasferisce in una casa cantoniera a 25 chilometri da Foggia concessa dall’Ente Provincia in zona Santa Tecchia (Comune di Manfredonia). Le radici di questo percorso si ritrovano nella ‘Piccola Comunità’ di sacerdoti salesiani composta da don Michele Mongiello, don Nicola Palmisano e don Michele De Paolis. In tutti  questi anni don Michele De Paolis è stato sempre promotore di iniziative e di progetti in favore dei giovani in condizioni di disagio. L’ultimo, quello fortemente voluto, è stato il ‘Villaggio Don Bosco’, in contrada Ripatetta, in agro di Lucera, inaugurato circa due anno fa. Ma si è dedicato anche alla scrittura, allo studio e all'approfondimento teologico, dando alle stampe ‘Caro Don Michele. Domande ad un prete scomodo’ edito dalle edizioni lameridiana e ‘Pagine Altre’ per ‘I Quaderni di Emmaus’.

LA SUA IDENTITA’ Per capire ed avvicinarsi alla personalità di don Michele De Paolis, è bene leggere quello che il salesiano scrive sul suo profilo di facebook, la sua identità. “Mi sento laico, umile credente, sempre in ricerca, prete per un servizio disponibile, disinteressato, gratuito nella comunità cristiana e nella società, accanto agli ultimi. Anticlericale, cioè non appartenente a una casta, ad una categoria; non funzionario della religione. Cercando di dare pace e gioia alle persone che si trovano a vivere nelle situazioni più drammatiche dell’esistenza: non credenti, separati, divorziati, incappati nell’aborto, omosessuali, disperati, la moltitudine degli esclusi. Cercando lune nel Vangelo – scrive don Michele – sui temi discussi nella Chiesa, come il celibato dei preti, il sacerdozio delle donne, la pedofilia, la malattia e il fin di vita”.

di Redazione