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  • Pubblicata il: 09/03/2024 13:46:20

Don Michele De Paolis continua a vivere: oltre 3700 firme per lui consegnate alla sindaca Episcopo

La giornata in ricordo del prete salesiano

Altro che cinquecento firme: il limite utile per dedicare a una personalità illustre “un’area di circolazione o una struttura di pubblica utilità”, come si legge nei regolamenti comunali, è stato abbondantemente superato. Don Michele De Paolis continua a vivere attraverso la sua opera: oltre 3700 firme di cittadini foggiani lo testimoniano, consegnate ufficialmente nella mattinata di sabato 9 marzo alla sindaca Maria Aida Episcopo. Entro il 29 ottobre, pertanto, giorno esatto della sua morte avvenuta dieci anni fa, Comune e Comunità Emmaus porteranno a compimento l’iter per far sì che la memoria del “prete degli ultimi” resti per sempre nella toponomastica di Foggia.

CASA DEL GIOVANE. È quanto avvenuto durante l’evento a lui dedicato, organizzato presso la Casa del Giovane di viale Candelaro grazie a Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Comunità sulla strada di Emmaus, Salesiani di Don Bosco, Salesiani per il Sociale e Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza. Una giornata in pieno spirito salesiano impreziosita dalla presenza, tra gli altri, del Procuratore capo della città, Ludovico Vaccaro, il quale ha sottolineato quanto sia stato importante l’incontro avuto con Don Michele (quand’era ancora giovanissimo), tale da “orientare la mia formazione e la mia vita professionale”.

EMMAUS PROGETTO DI UNITA’. “Gli hanno dato del catto-comunista – ha detto invece un emozionatissimo Ruggiero Raffaele, presidente dell’associazione Comunità sulla strada di Emmaus – ma la sua catechesi ci rimandava direttamente alla figura di un Padre innamorato follemente delle sue creature: i suoi insegnamenti erano figli di una fede vera, il progetto Emmaus che ha creato è un progetto di unità”. Concetto ribadito anche dalla presidente della Fondazione, Rita De Padova, secondo cui Emmaus continua a essere soprattutto Don Michele, in considerazione di un’opera sul campo che non si è mai esaurita: “per questo siamo qui a ricordarlo, per questo vogliamo che Foggia lo faccia per sempre e non è un caso – ha aggiunto – che oltre alle quasi quattromila firme si siano uniti a questa iniziativa anche trenta organizzazioni nazionali e locali”.

UNA STRADA O UNA PIAZZA. Il fondatore della Comunità Emmaus, la “chiesa sul campo” realizzata nello spirito di don Giovanni Bosco nata nel 1978 nella parrocchia Sacro Cuore di Foggia, punto di riferimento per i più deboli (soggetti fragili, uomini e donne con dipendenze da sostanze), avrà la sua strada o piazza in città – “glielo dobbiamo come cittadini”, ha detto il vicepresidente regionale Raffaele Piemontese nel suo saluto. Un atto importante apprezzato anche dal sacerdote colombiano Don Rafael Bejarano, responsabile mondiale delle opere sociali salesiane, intervenuto durante la mattinata, secondo cui l’opera di Don Michele si inscrive direttamente in quella di Don Bosco.

di Redazione