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  • Pubblicata il: 19/09/2013 13:37:01

E se cominciassimo a chiamarli "Quelli della Foggia male"?

Tra pusher, universitari e professionisti

Le cronache ci hanno consegnato solo i nomi (e i volti) dei pusher. Dei clienti e avventori della cosiddetta “Foggia bene”, ci resta invece solo qualche profilo nei racconti degli investigatori, le abitudini e le richieste. Eppure sono loro i reali protagonisti di quel losco mercato di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti che arricchisce la criminalità, come ha svelato anche l’ultima (l’ennesima) operazione di Polizia ribattezzata “Lui & lei” (GUARDA IL VIDEO CON LE INTERCETTAZIONI).
LUI & LEI. Lui sta per la cocaina, lei per l’eroina. Linguaggio in codice per sfuggire a indagini e intercettazioni (sogno poi svanito).  Un frenetico cambio di schede telefoniche per evitare di essere controllati. A cambiare numero però, si badi bene, erano gli spacciatori, non i clienti: quelli della “Foggia bene” la loro scheda se la conservavano stretta, sicuri che sarebbero stati comunque contattati.
"HANNO I SOLDI". E del resto, chi sarebbe disposto a perdersi clienti così affidabili? Le intercettazioni ci consegnano avventori pressoché disperati al solo pensiero che “lui” non sia arrivato o che lei “debba arrivare a piedi” entro domattina. La “Foggia bene”: quella degli universitari che devono celebrare un esame, quella delle feste private, quella dei professionisti che vogliono svagarsi.  La Foggia che continuiamo a definire “bene” solo perché “hanno i soldi e se lo possono permettere”.
MA LI AVETE SENTITI? Forse dovrebbero cominciare a cambiare i nostri parametri di giudizio.  Renderli più oggettivi, più onesti, più trasparenti. Di questa “Foggia bene”, probabilmente (anzi sicuramente), Foggia non ha alcun bisogno. Ma li avete sentiti al telefono? Li avete sentiti, ostaggi della risposta di un pusher? Li avete sentiti, disposti a tutto pur di ricevere la medicina che avrebbe svoltato la loro giornata?
RICCHI MA POVERI. Saranno anche ricchi, ricchissimi, sfondati. Di soldi. Ma c’è solo un termine che può definirli ed etichettarli concretamente: poveri. Perché se il tuo essere un “Ragazzo fortunato” (uno dei clienti abituali ha postato la canzone di Jovanotti per mostrare il suo indice di gradimento) dipende da quel “lui” e quella “lei” non sei null’altro che povero.

di Redazione