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  • Pubblicata il: 11/02/2021 00:12:19

Laurea al Teatro Giordano in pieno Covid, le carte inchiodano Landella: fu un favore "all'amico" Pacca

Emanuele Pacca, lo scorso 10 dicembre, ha usufruito della sala Fedora per celebrare la sua laurea, senza aver prima pagato un centesimo. Il versamento di quanto dovuto è avvenuto, in maniera inusuale in contanti, solo il successivo 23 dicembre, il giorno dopo in cui il caso fu sollevato da un articolo di Foggia Città Aperta. Non esiste, inoltre, alcuna autorizzazione scritta o altro atto amministrativo che contenga le motivazioni per cui sia stata accettata le richiesta: è bastato un “Ok” vergato a penna dal sindaco Landella, sullo stesso foglio della richiesta e ancor prima della protocollazione, per aprire le porte del Teatro Giordano.

L’EPISODIO. Foggia Città Aperta è in grado di ricostruire nei dettagli, carte alla mano, l’episodio avvenuto poco prima di Natale che indignò numerosi cittadini e indusse i consiglieri comunali a presentare una specifica interrogazione. L’amico del sindaco, Emanuele Pacca, presentatore nei comizi elettorali di Franco Landella nonché fondatore di ‘Luce in scena’, associazione beneficiaria di diversi affidamenti diretti per l’organizzazione di eventi culturali, ottenne la disponibilità della prestigiosa Sala Fedora per festeggiare insieme ad amici e parenti il traguardo della laurea. Il rito si tenne in un periodo in cui ogni evento pubblico era vietato e il picco di contagi registrati in Puglia aveva portato Michele Emiliano a emanare una specifica ordinanza per dichiarare ‘zona arancione’ diversi comuni tra cui Foggia.

IL PAGAMENTO IN RITARDO. I documenti ottenuti in esclusiva evidenziano tutte le anomalie già registrate all’epoca. Ma andiamo con ordine. Innanzitutto la questione pagamento. La concessione delle strutture culturali del Comune di Foggia è subordinata al versamento di una tariffa da effettuarsi sul conto di Tesoreria come, peraltro, ribadito, nell’apposita pagina del sito. Ebbene, il sig. Pacca non ha effettuato alcun pagamento prima del 10 dicembre. L’unico documento che tiene traccia di un versamento dell’importo di 300 euro è un foglietto della sezione economato – Ufficio Cultura, con un’anonima sigla al posto della firma datato 23 dicembre. La data non solo è successiva di quasi due settimane rispetto alla fruizione della sala ma lo è anche di 24 ore rispetto alla pubblicazione dell’articolo con cui Foggia Città Aperta fece venire a galla quanto avvenuto. L’importo, inoltre, sarebbe stato versato in contanti sul fondo economale, anziché, come previsto, a mezzo bollettino postale o bonifico bancario.

I TEMPI. Non tornano i conti nemmeno sulla durata del rito celebrato. Secondo Emanuele Pacca il tutto si sarebbe svolto in dieci minuti, un tempo che avrebbe potuto documentare. Secondo il sindaco, nella sua risposta all'interrogazione dei consiglieri, la durata sarebbe stata di venti minuti. In entrambi i casi si tratta di stime al ribasso. In realtà è Emanuele Pacca stesso, nella richiesta, a chiedere la disponibilità per un’intera ora a partire dalle 11,30 e fino alle 12,30. Se fossero davvero stati solo dieci minuti, o anche venti, non avrebbe fatto in tempo neanche alla proclamazione della sua tesi di laurea, fissata alle 12.

LE MOTIVAZIONI. E veniamo alla “documentata e motivata” richiesta di cui parlò Pacca e che, stando alla sua replica, avrebbe dovuto giustificare la deroga a un regolamento comunale. Non vi è infatti alcuna previsione – è bene ricordarlo - che autorizzi l’apertura della Sala Fedora per celebrazioni private. Ebbene, non ve n'è traccia alcuna. Emanuele Pacca si difese dalle accuse dicendo di non essere passato “per alcuna scorciatoia politica di favore”. Si scopre, invece, che l’ok è arrivato direttamente dal sindaco Landella, con la semplice annotazione del suo placet direttamente sulla richiesta, ancor prima della protocollazione. La nota fu immediatamente trasmessa e inviata dallo stesso ufficio di gabinetto del sindaco all’assessore Anna Paola Giuliani e al dirigente Carlo Di Cesare perché si attivassero per gli adempimenti di competenza e lo facessero in fretta, visto il poco tempo tra la richiesta e la data fissata.

IL COMUNICATO PATACCA. Da parte del primo cittadino, insomma, arrivò l’ordine di accordare la richiesta senza alcuna valutazione particolare messa per iscritto, così come deve avvenire in una Pubblica Amministrazione. Una circostanza che rende patetico il comunicato con cui gli assessorati all’istruzione e alla cultura dovettero accollarsi la responsabilità di quanto avvenuto, alla prova dei fatti tutta in capo a Landella. Altro che autorizzazione concessa “sentiti gli assessorati”. Anna Paola Giuliani fu sentita a decisioni prese solo per assicurare l’apertura della Sala Fedora. 

I SANTI IN PARADISO. Ma vi è di più. È lo stesso signor Pacca, nella sua richiesta a rivendicare ‘l’amicizia’ con il Comune. Tra i motivi per cui richiede la concessione della Sala Fedora vi è "l’orgoglio di aver collaborato e progettato insieme all’Amministrazione comunale (ed agli assessorati alla Cultura e Spettacolo e alla Pubblica Istruzione) diversi eventi, rassegne, spettacoli e manifestazioni esattamente all’interno del teatro Comunale U. Giordano". Insomma, non solo la ‘scorciatoia’, ma l’autoesaltazione dell’avere santi in paradiso. Uno spaccato che apre un’altra questione: ci troveremmo di fronte a un consulente artistico del Comune privo di incarico ufficiale, un direttore che progetta insieme agli Assessorati eventi, rassegne, spettacoli e poi – toh, guarda caso – se li vede assegnati in affidamento diretto.

di Michele Gramazio