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  • Pubblicata il: 09/01/2020 12:36:34

Preso il mandante della "polizza assicurativa" ai danni di un negoziante: 200 euro al mese per evitare ritorsioni

L'uomo fa parte del clan "Moretti–Pellegrino-Lanza"

Nella prima mattinata dell’ 8 gennaio, a Foggia, agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile, al termine delle indagini espletate, coordinate e dirette dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Foggia, a carico di Tommaso D’Angelo, pregiudicato classe ‘85. L'uomo è ritenuto contiguo alla batteria della Società Foggiana “Moretti – Pellegrino - Lanza”, gravemente indiziato del reato di estorsione, commesso il 5 dicembre, ai danni di un negozio di articoli casalinghi, in concorso con due giovanissimi ragazzi incensurati, già tratti in arresto in flagranza di reato da personale della Squadra Mobile.

LE MINACCE. Lo scorso 1 dicembre, infatti, uno dei titolari dell’attività commerciale in questione, nel rincasare trovava poggiato sul proprio portone una busta da lettere contenente una missiva minatoria richiedente a titolo di “polizza assicurativa” una somma di 200 euro mensili per evitare di subire ritorsioni. All’interno della richiesta estorsiva, veniva altresì specificato che l’emissario si sarebbe presentato presso il locale per il pagamento, simulando l’acquisto di 5 buste per lettere. Come preannunciato, nel corso della serata del 5 dicembre, gli operatori della Squadra Mobile di Foggia notavano un giovane entrare nel negozio e ritirare le 5 buste per lettere, all’interno delle quali erano state inserite due banconote da 100 euro.

L'ARRESTO. Il giovane, all’uscita dal negozio, oltre al suo complice, trovava i poliziotti della Squadra Mobile che coglievano i due ragazzi sul posto mentre stavano controllando il contenuto delle buste, traendoli in arresto. I successivi approfondimenti posti in essere dagli investigatori della Squadra Mobile, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Foggia, conseguenti all’arresto dei due giovanissimi ragazzi, tramite tecniche di investigazione tradizionale, coniugate con l’attivazione di presidi tecnologici, evidenziavano il ruolo di D’Angelo quale mandante della predetta attività estorsiva. Una indagine “lampo” favorita dalla collaborazione attiva della vittima.

di Redazione