Estorsione a imprenditore agricolo in provincia di Foggia, arresti e maxi sequestri della DIA
Due persone sono state arrestate per usura ed estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ed usura aggravata in concorso, in danno di un imprenditore agricolo operante nella provincia di Foggia. E’ l’esito di una Operazione della Direzione Investigativa Antimafia tra Sannicandro Garganico, Foggia, Lucera e Fano.
I SEQUESTRI. Nei confronti dei due indagati sono state eseguite anche misure cautelari reali a seguito delle quali sono stati sequestrati, ai fini della successiva confisca, beni mobili, immobili e disponibilità liquide per un valore complessivo stimato oltre 350.000 euro. I beni oggetto del provvedimento ablativo consistono in una abitazione con garage, tre autovetture (delle quali due di lusso) e conti correnti.
E’ stato inoltre eseguito un decreto di perquisizione locale e personale a carico di ulteriori 10 persone, per 15 unità abitative, indagate per usura ed estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso in danno dello stesso imprenditore. Tali operazioni hanno consentito di rinvenire circa 65.000 euro in contanti, un Rolex, cocaina, nonché un’arma con relativo caricatore. All’esito di tale attività sono state tratte in arresto, in flagranza di reato, altre due persone per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e detenzione illegale di armi.
IL PERSONALE. Nel complesso il personale impiegato consiste in oltre 80 fra donne e uomini della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, che si sono avvalsi altresì di due unità cinofile.
GLI INTERESSI. L’attività, iniziata nel mese di luglio del 2020 a pochi mesi dall’apertura della Sezione Operativa DIA di Foggia, ha permesso di documentare il persistente interesse della criminalità organizzata foggiana nel settore dell’usura e delle estorsioni ed il ricorso della stessa alle metodologie tipiche delle associazioni mafiose, consistenti nella vessazione e nel ricorso alla violenza, fisica e psicologica, utilizzando la forza dell’intimidazione ormai consolidata della Società foggiana. Attraverso le attività investigative documentali, dinamiche e tecniche, sono stati ricostruiti, nel dettaglio, tutti i prestiti contratti a condizioni usurarie dalla vittima, la quale era costretta a versare interessi sulle somme ricevute, con tassi che oscillavano tra 300% ed il 400%, superando notevolmente il tasso annuale soglia stabilito, quale limite, dalla legge (24% su base annua, per le operazioni debito/credito più rischiose ed onerose, come nel caso di alcune carte di credito revolving e gli scoperti senza affidamento oltre i 1.500 euro).