Ancora una volta il cinema indipendente dimostra quanto le cifre del budget non siano direttamente proporzionali alla qualità del prodotto.
IL RIFUGIO DELLA MENTE. Le quattro proiezioni della quinta giornata del festival hanno una parola d’ordine: fuga dalla realtà; tanto  chiara nelle riprese di un manicomio abbandonato che diventa luogo  mistico in “Invisibili” di Fortarezza, dilagante come in “Il canto delle  sirene” di Donato Robustella o usata come forma di espiazione del  proprio peccato in “A Dark Rome” di Andres Rafael Zabala ed infine  velata, ben mascherata da un volto giovane e dalla musica di una canzone  che dà il titolo allo stesso film “Marina”. È proprio l’ultima  proiezione, quella dedicata al cantante Rocco Granata, fuggito  fisicamente dall’Italia verso il Belgio e poi mentalmente verso amore e  musica, che  mostra quanto chiunque abbia il suo momento, il suo mezzo  di trasporto verso la fantasia.
VIAGGIARE RIMANENDO SEDUTI. Se il  cinema hollywoodiano riesce ad  estraniare il pubblico dalla  quotidianità grazie solo a costosissimi  set ed effetti speciali ci si  dovrebbe meravigliare di film da poche  migliaia di euro in grado di  distrarre anche lo spettatore più esigente  dalla vita di tutti i giorni.  Tutti i protagonisti delle opere  presentate nel terzultimo giorno del  festival sono ciò che il cinema  stesso è per la gente comune, quella che  si concede anche delle ore per  evadere ed essere altrove.