Fiera di Foggia, un convegno per presentare il progetto "ffresco Campano"
Organizzato dall'Istituto Ricerca e Formazione per il Mezzogiorno
Un convegno per presentare il progetto ffresco Campano che mira al miglioramento qualitativo e nutrizionale dei prodotti caseari della regione Campania attraverso una stretta sinergia tra produttori primari, i trasformatori e gli enti di ricerca.
L'EVENTO. Si è tenuto ieri, nella giornata inaugurale della Fiera Internazionale dell’agricoltura e della zootecnia di Foggia, l'incontro organizzato dall'Istituto di Ricerca e Formazione per il Mezzogiorno, ente capofila, per illustrare scopi ed obiettivi del progetto. Al convegno sono intervenuti Aniello Troiano e Pino Mauriello dell’Istituto di Ricerca e Formazione per il Mezzogiorno, capofila del progetto, Mena Nazzaro dell’ISA CNR Avellino, Vincenzo De Feo professore dell’Università di Salerno, Giancarlo Pepe chimico industriale e Giorgio Franco dirigente della Regione Campania.
IRFOM: "CONSERVAZIONE E QUALITA' ". Aniello
Troiano di I.R.Fo.M. ha spiegato i dettagli del progetto F.F.RE.S.C.O
CAMPANO il cui fine è quello di mettere a punto nuove metodologie in
grado di assicurare una prolungata ed idonea conservazione di
prodotti freschi spalmabili ottenuti da latte di allevamenti presenti
sul territorio attraverso nuove tecniche in grado di assicurare una
prolungata ed idonea conservazione.
LE DUE METODOLOGIE. Pino
Mauriello ha illustrato le due metodologie che saranno utilizzate: un
sistema di conservazione che integra le basse temperature con umidità
ed atmosfera controllata, senza impiego di gas aggiuntivi; un sistema
di packaging che prevede l’uso di matrici polimeriche food grade e
safe grade, contenenti estratti vegetali, ottenuti da piante
officinali presenti sul territorio campano ed utilizzati come
conservanti naturali.
I VANTAGGI. Anche
Mena Nazzaro dell’Istituto di Scienze dell’alimentazione del CNR
e il professore De Feo, esperto dell’OMS per il settore delle
Medicine Tradizionali e le Piante Medicinali, hanno illustrato i
vantaggi di una tale innovazione visto che, negli ultimi tempi, i
molti dibattiti su argomenti quali gli OGM, la BSE, hanno
determinato, sia da parte del mondo produttivo che da parte delle
autorità legislative, la necessità di garantire al consumatore
prodotti naturali, di qualità e con elevati requisiti di sicurezza e
salubrità. L’Italia,
peraltro, è uno dei paesi produttori di formaggi più importanti a
livello comunitario. Nel sistema agroalimentare campano, la filiera
lattiero-casearia riveste una notevole importanza. La zootecnia da
latte bovino può costituire un forte punto di connessione con il
territorio, in termini economici, sociali e culturali, e
rappresentare un "elemento di sviluppo” importante in termini
lavorativi, in grado di contribuire all'incremento occupazionale.
I NUMERI.L’ingegnere
Pepe, ha posto l’accento sull’importanza dell’allevamento
zootecnico, praticato in tutte le province della Campania che
rappresenta la prima regione italiana per numero di imprese del
settore lattiero-caseario; conta 307 caseifici e centrali del latte,
18 centri di raccolta, 10 stabilimenti di enti cooperativi agricoli.
IL CONTESTO. Ha
concluso i lavori Giorgio Franco, dirigente della Regione Campania,
affermando che i formaggi bovini prodotti in Campania si diffondono
sempre più in contesti di distribuzione alternativi a quelli
tradizionali: agriturismo, grossi distributori, locali
commercializzati specializzati. Generalmente, la presenza di
produzioni tipiche e riconosciute, ha negli ultimi anni rafforzato le
produzioni regionali in un contesto competitivo sempre più
globalizzato. Oltre
all’ esigenza di prodotti tradizionali il più possibile naturali,
di qualità e sicuri, oggi il consumatore è orientato anche al
consumo di prodotti freschi, quali i formaggi freschi spalmabili, di
sicura provenienza, preferibilmente della stessa regione, che
tuttavia sono penalizzati da una vita di scaffale breve.