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  • Pubblicata il: 14/05/2021 10:43:43

La Filiera della Cultura di Foggia scende in piazza contro il Comune: “15 mesi di stop, ora basta!”

“A pagare le spese di 15 mesi di fermo imposto al comparto sono state e sono tuttora le piccole realtà, che lavoravano in silenzio dietro le quinte senza salire necessariamente su un palco, senza esibirsi, ma comunque fondamentali. Quindi non i grossi eventi o gli artisti, ma tutta la filiera ha accusato un colpo mortale”.

MANIFESTAZIONE. Torna a farsi sentire la Filiera della Cultura di Foggia, forte dei tantissimi firmatari che ne sostengono le istanze e che, proprio dal capoluogo dauno, ha dato l’abbrivio a una serie di manifestazioni e di interpellanze civiche e governative che si sono diffuse in tutta Italia. Stavolta però, fanno sapere, è arrivato il momento di manifestare fisicamente, in piazza: “gli operatori della filiera culturale, i fruitori di cultura e tutti i cittadini – si legge nel comunicato – sono invitati martedì 18 maggio 2021 in Via Gramsci 17 (di fronte alla sede del Comune di Foggia), alle ore 10:30, per far sentire tutti insieme la nostra voce”.

L’ITER. “Il 18 maggio 2020, un anno fa – è quanto viene riepilogato nel comunicato – su invito della Commissione Bilancio del Comune di Foggia e in pieno lockdown, presentammo un’istanza che chiedeva l’attuazione di aiuti integrativi rimodulando i fondi già a bilancio per le attività legate alla produzione culturale, spettacolo e attività connesse, senza escludere gli aiuti indiretti, come ad esempio il taglio di IMU e TARI. Gli aiuti presupponevano un censimento di tutti gli operatori indipendentemente dalla loro configurazione fiscale e poi un tavolo tecnico permanente della cultura e dello spettacolo”. Com’è tristemente noto, dal Comune di Foggia non è mai arrivata alcuna convocazione o risposta.

SCENDERE IN PIAZZA. Il 14 aprile 2021 poi, è arrivato il nuovo “Documento dalla Filiera Culturale di Foggia – La Filiera Culturale deve sopravvivere al Covid, ad ogni costo” che ha analizzato tutte le problematiche irrisolte e che è diventato un documento di rilevanza nazionale, entrando fra i lavori parlamentari dello Stato Italiano. “In conclusione – si legge ancora – mentre il 18 maggio 2020 chiedevamo un atto di coerenza per non far svanire il patrimonio artistico cittadino, a maggio 2021 siamo costretti a scendere in piazza per chiedere a gran voce ciò che stiamo aspettando da troppo tempo”.

LE RICHIESTE INEVASE. Nello specifico: un Censimento Capillare di tutte le attività operanti nel settore; l’istituzione di un Tavolo Permanente del Settore Cultura e Spettacolo; studiare insieme le Soluzioni attuabili per sostenere economicamente in modo diretto o indiretto tutte le realtà operanti nella cultura, nell’intrattenimento e nello spettacolo, incluse le attività accessorie, che hanno sofferto un danno economico dimostrabile a causa del fermo del comparto iniziato a marzo 2020 e tuttora in atto in quasi tutto il pianeta.

di Redazione