Quel sorriso sornione. Lo sguardo fintamente indispettito.
La bicicletta appoggiata al muro, quelle due colonne a incorniciare la porta d'ingresso, dal sapore di casa al mare. E poi, un viaggio quasi mistico, all'interno di un locale che erroneamente era definito 'pizzeria/paninoteca'.
No, non era semplicemente un'attività commerciale. Quell'insegna bianca con la scritta rossa indicava un pezzo di Foggia. Che purtroppo non c'è più. Manuel, il titolare della pizzeria in via Conte Appiano, è morto. Ma il valore simbolico di quel posto è nella scena di questa mattina: una surreale camera ardente senza feretro, allestita dal suo gruppo di amici che ha deciso di tenere comunque aperta quella porta.
I SIPARIETTI. Un bancone che ha visto Manuel protagonista per decenni, tra margherite, quattro formaggi e rustici. Tante chiacchierate, altrettanti siparietti e il resto dato un po' a casaccio, ma sempre coerente: una volta sottraeva, un'altra aggiungeva. E tu, a quel tacito accordo ci stavi, forse ammaliato dal gesto ossessivamente uguale, per ogni cliente: un innaturale rovistare nel cassetto alla ricerca della moneta giusta da consegnare come resto, con relativo tintinnio. In mezzo, però, un altro gesto che appartiene solo a pochi: nell'attesa della pizza, un 'assaggio' lasciato e donato al cliente per acquietare momentaneamente la fame.
IL CIRCOLO. Ma 'Manuel' era anche una sorta di circolo: quelle sedie, sin dal mattino, a ospitare discorsi e aggiornamenti, fino alla sera quando il raduno si spostava nella sala accanto: partite a scopa, visione collettiva di film con ricostruzioni di trame e protagonisti spesso avvincenti più del film stesso e proiezione di partite, con immancabile scontro calcistico tra gli avventori. E ancora, le 'semmente', i numerosi poster affissi, quella tenda oltre la quale in tanti hanno fantasticato ci fosse di tutto, i busti su cui spesso si polemizzava...
No, non era una semplice pizzeria. Era (e resta) un pezzo di Foggia. Cià (detto alla tua maniera) Manuel, ci mancherai.