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  • Pubblicata il: 01/11/2021 23:06:53

Foggia, in piazza contro lo stop al Ddl Zan: “Non vogliamo cambiare la società, vogliamo solo farne parte”

Oltre 300 partecipanti alla manifestazione organizzata da Arcigay e Agedo

Bandiere arcobaleno, striscioni, slogan ma soprattutto discorsi accorati e testimonianze di coloro che subiscono in prima persona le discriminazioni per il proprio genere o il proprio orientamento sessuale. Anche Foggia è scesa in piazza per manifestare il proprio dissenso e la propria vergogna dopo il blocco, avvenuto in Senato lo scorso mercoledì, del Disegno di Legge Zan contro l’omotransfobia. Sono state oltre 300 le persone che hanno sfidato la pioggia e alzato in cielo i propri smartphone con le torce accese per “fare luce” contro il buio della politica.

POLITICA INADEGUATA. Tra gli interventi, non è mancato l’approfondimento sui contenuti della legge e una critica motivata alla decisione del Senato: “La società è già cambiata e la politica non si dimostra all’altezza. Si nasconde dietro il voto segreto per non mostrare la sua inadeguatezza” ha evidenziato Tiziana Carella, psicoloterapeuta e consulente di Agedo Foggia. “Le nuove generazioni sono già libere dalle sterili gabbie che incastrano tutta la bellezza delle differenze e vogliono vivere in un paese capace di rispettarle e accoglierle” ha poi aggiunto davanti a tanti giovani e a un manifesto efficace: "Vi siete messi contro la generazione sbagliata". Nel suo discorso anche la spiegazione dell’importanza di una delle norme più contestate: quella prevista all’art. 7 che prevedeva l’istituzione di una giornata contro l’omotransfobia, in occasione del17 maggio, per ricordare il giorno in cui, nel 1990, l’Oms ha eliminato l’omosessualità dall’elenco delle malattie: “Bene ha fatto la comunità Lgbt a difendere a spada tratta questo articolo che prevedeva di organizzare nelle scuole, in occasione del 17 maggio, una giornata di attività per promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione” ha spiegato la psicologa Carella: “E’ infatti paradossale che un bambino, nella propria crescita, debba conoscere prima la parola ‘frocio’ o ‘ricchione’ con tutta la portata di violenza e derisione collegata, prima di fare un incontro sull’educazione alle differenze”.

IL DIRITTO ALLA DIGNITA’. Francesca Parisi, transessuale, ex presidente di Arcigay Le Bigotte Foggia ha espresso il senso profondo della manifestazione: “Sono serena, così come lo sono tante persone transessuali. Non vogliamo cambiare la società ma solo farne parte perché non siamo disadattate da relegare sui marciapiedi. Meritiamo lavoro, dignità di vivere come tutti gli altri”. Poi, parlando senza peli sulla lingua, ha voluto squarciare un velo di ipocrisia: “I politici ci vengono a cercare di notte, lì c’è l’incoerenza. Lo dico alle donne che credono che i loro mariti sono poveri cristiani maltrattati. Non è così, quelle che subiscono l’inganno e il sopruso siamo noi che di giorno siamo visibili e di notte siamo visibilissime. Non lasciatevi abbattere: chi vive nella verità non deve avere paura di guardarsi allo specchio, è l’ipocrisia che sarà punita”.

L'ORGOGLIO. Anche Lilli Quitadamo ha ricordato, con non poca emozione, la sentenza storica con la quale il Tribunale di Foggia ha condannato l'Inps a pagarle la pensione di reversibilità della sua compagna per 23 anni, deceduta nel 2011: "Partivamo con pochissime speranze, la legge non ci tutelava affatto e, poi, un pomeriggio la sorpresa della vittoria in udienza. Cari ragazzi, non mollate mai e ricordate che insieme siamo più forti". Scrosciano gli applausi prima che Alice Rizzi, presidente attuale di Arcigay chiede di alzare in alto i propri schermi smartphone con la torcia in alto a illuminare la piazza. Un minuto di silenzio e di vergogna poi il via ai balli e all'orgoglio della comunità Lgbt.

di Michele Gramazio