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  • Pubblicata il: 10/11/2012 21:23:02

Foggia è in guerra

Tra bombe e controlli a tappeto, due eserciti contrapposti: legalità e crimine

Dopo la bomba di ieri sera, abbiamo due opzioni. Quella più semplice è pensare che siano solo coincidenze. Che sia una coincidenza, ad esempio, che alla vigilia dell’arrivo in città del ministro Cancellieri, esploda una bomba in un mercato rionale. Possiamo pensare che sia una coincidenza che una bomba colpisca un negozio nella settimana in cui si celebra la figura di Giovanni Panunzio, a vent’anni dalla sua morte e all'indomani di un blitz notturno durato ore che aveva come scopo di dimostrare la presenza dello Stato. Anche se sugli effetti concreti di un tale tipo di azione occorrerebbe discutere. Se vogliamo farla semplice, affidiamoci al caso. E alle coincidenze. Oggi è sabato e possiamo andare a fare serata senza l’assillo del lavoro.
 
Oppure, abbiamo un’altra scelta. Pensare che in questa città sia in atto una sfida. Una vera e propria partita tra legalità e crimine, tra vigilanza e controllo del territorio che, a stare ben attenti, non significano la stessa cosa. Ed è preoccupante, perché le istituzioni, le forze di polizia, le autorità, in questo momento vigilano sul territorio ma come stanno dimostrando gli ultimi avvenimenti, purtroppo, non lo controllano. A controllarlo, invece, è qualcun altro. Qualche forza criminale che va combattuta, osteggiata, sconfitta. Perché è una partita e lo Stato, in questo momento, a Foggia sta perdendo. Eppure prova a fare la partita, si porta anche in vantaggio, come ha dimostrato il controllo a tappeto della città di due giorni fa, ma poi finisce sempre per subire un gol di più dall’avversario. Porti cento carabinieri a scandagliare una città? E io il giorno dopo ti metto una bomba. Le indagini diranno cosa c’è davvero dietro quest’ennesimo gesto vigliacco (anche se è prevedibile). Addirittura che siano stati Ma qualsiasi cosa emerga, la città ha paura.
 
Siamo in guerra. Perché quando vivi con il terrore che da un momento all’altro possa scoppiare una bomba, significa semplicemente che sei in guerra. Quando devi temere per la tua incolumità passando davanti a una concessionaria auto, un bazar cinese, un mercato rionale, significa che sei in guerra. E a questo punto, c’è il pericolo che la domanda che un’intera città si è fatta qualche giorno fa durante il convegno promosso da Libera, abbia una risposta già scritta. “Foggia 1992 – 2012: cosa è cambiato?” Niente. Assolutamente niente.
 
Ma è davvero tutto perduto? Occorre perdere ogni speranza e fermarsi? La risposta a queste domande non è altrettanto scritta. Ci hanno fatto un gol, è vero. L’ennesimo. Stiamo perdendo, ma la partita non è ancora finita. Foggia onesta, la vera Foggia può ancora reagire. E vincere. Lottando contro l’omertà e la violenza che abbiamo imparato ad accettare anche nel nostro quotidiano. Permettiamo gesti e azioni che fanno meno rumore delle bombe, ma con il nostro silenzio contribuiamo a rendere più forti coloro che li compiono. Non accettiamolo più. Ribelliamoci. Tutti i giorni. Contro tutte le piccole ingiustizie quotidiane. Foggia è in guerra e allora arruoliamoci nell'esercito della legalità.

di Redazione