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  • Pubblicata il: 08/11/2017 10:50:51

Ancora guai per Massimo Curci: altro maxi sequestro, per la Finanza avrebbe anche riciclato soldi nel Foggia calcio

Un sequestro per 8,2 milioni di euro. E' quello a carico del commercialista Massimo Curci, indagato per le ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, indebita compensazione d’imposta e autoriciclaggio. E' lo sviluppo delle indagini condotte nell'ambito dell'operazione 'Security', che nel maggio scorso aveva già portato all’esecuzione di misure cautelari personali a carico di 15 persone, a vario titolo accusati di far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei “Laudani”.

LE INDAGINI. E' il “filone pugliese” dell'inchiesta, come evidenziano dalla Guardia di Finanza di Varese e la Questura di Milano. Curci era considerato referente di un sistema di evasione fiscale e contributivo basato su indebite compensazioni di crediti tributari, ad oggi già accertati per un totale di oltre 4,8 milioni di euro. Gli ulteriori approfondimenti hanno portato ad accertare - evidenziano dalla Finanza - che Curci fosse il "promotore del sistema evasivo smascherato e avrebbe ricevuto illeciti compensi in denaro contante (allo stato accertati per oltre 600.000 euro) da parte delle numerose società coinvolte, una delle quali recentemente dichiarata fallita dal Tribunale di Milano". Le indagini fino ad oggi svolte hanno consentito di appurare che Antonio Saracino, Luigi Sorrenti, Giuseppe D'Alessandro e Antonino Catania hanno gestito in modo fraudolento una serie di cooperative operanti nel settore della logistica e dei trasporti. In particolare, hanno provveduto a svuotare le società attraverso due metodologie: ritorno in contanti, a favore degli indagati, del corrispettivo di fatture false; prelievo in contanti dai conti sociali attraverso carte prepagate. Saracino e i suoi sodali sono entrati in possesso di una massa di denaro contante, con la quale è stato “retribuito” (anche) il commercialista Curci, il quale - è la ricostruzione della Guardia di Finanza - "era il regista di un’illecita metodologia evasiva finalizzata al mancato pagamento dei debiti erariali e previdenziali, mediante l’indebita compensazione degli stessi con crediti fittizi e solo figurativi, in realtà mai maturati".

GLI F24. A fronte degli ingenti debiti tributari maturati, gli imputati si sono rivolti al commercialista Curci, che ha compilato modelli F24 falsi e per tale “servizio” ha richiesto ed ottenuto dagli imputati una somma pari al 40% delle indebite compensazioni effettuate. Curci avrebbe inoltre istigato due dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Foggia affinchè effettuassero accessi abusivi al sistema informatico dell’Anagrafe Tributaria, al fine di verificare l’effettivo buon esito delle predette indebite compensazioni d’imposta. L'accusa per Curci è poi quella di aver autoriciclato parte del denaro ricavato quale prezzo del delitto del citato art 10 quater, finanziando per oltre 790.000 euro, relativamente alle stagioni 2015/2016 e 2016/2017, il Foggia calcio (del quale era indirettamente, fino al maggio 2017, socio al 50% e vice presidente, carica tutt’oggi rivestita a titolo onorario), società sportiva che attualmente milita nel campionato di calcio di serie B, verosimilmente pagando “a nero” parte dei compensi spettanti (pari a circa 233.000 euro) a 2 allenatori e 9 calciatori della squadra. Le indagini bancarie hanno permesso di accertare che la citata provvista di denaro era proveniente, in parte, dai compensi in denaro contante derivante dalle provvigioni per gli illeciti compensi di cui si è detto. E' stato poi acclarato che Curci ha utilizzato 4 società cooperative (una con sede a Milano, una a Monza, e due a Napoli, tutte in realtà risultate inesistenti), al fine di aprire dei conti correnti presso un istituto di credito nel quartiere Secondigliano della città di Napoli e far confluire ivi provviste di denaro (derivanti da fatture per operazioni inesistenti pagate da altre cooperative), successivamente confluite, mediante l’emissione di assegni circolari, nei propri conti correnti e da qui immediatamente fuoriusciti a titolo di “finanziamento socio” del Foggia calcio.

AI FAMILIARI. L'ulteriore accusa è quella di aver "distratto il proprio patrimonio, intestando e trasferendo ai propri stretti familiari, dal mese di luglio 2017 (a seguito dei precedenti sequestri nei suoi confronti, già eseguiti nei suoi confronti per circa 4,9 milioni di euro) beni immobili, polizze vita e denaro per oltre € 8,2 milioni di euro. Pertanto è stato disposto il sequestro preventivo, per un totale di 8,2 milioni di euro, di beni mobili (autovetture di grossa cilindrata) denaro e polizze assicurative.

di Redazione