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  • Pubblicata il: 29/05/2023 17:34:38

“A Foggia la mafia c'è e paralizza l'economia, lo confermano le sentenze e le vittime”

Con una nota inviata alla stampa il coordinamento Provinciale di Libera Foggia, l'associazione antiracket "Luigi e Aurelio Luciani" e la fondazione antiusura Buon Samaritano prendono spunto dalla sentenza (l’ennesima) emessa qualche giorno fa dal Tribunale di Bari che ha condannato tre persone legate alla criminalità organizzata di Foggia, alle quali è stato contestato il metodo mafioso, per commentare la piaga della mafia e della mafiosità presente nel nostro territorio.

VICINI AL PROCURATORE.Preliminarmente - scrivono le tre organizzazioni - esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza al Procuratore Capo della Repubblica di Foggia, dott. Ludovico Vaccaro, per la posizione assunta ultimamente rispetto a tale argomento e per il contenuto delle sue recenti dichiarazioni e gli rivolgiamo la nostra più viva gratitudine per l’abnegazione e la passione con cui sta difendendo la nostra Città dall’aggressione criminale. E lo stesso ringraziamento va rivolto al Prefetto ed alle Forze dell’Ordine tutte per l’impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata sul nostro territorio".

CONOSCIAMO LE VITTIME.Siamo certi che Foggia non è una città mafiosa ma, al contempo, non possiamo ignorare - prosegue la nota - la presenza della “Società”, un’organizzazione mafiosa che intacca il sistema economico con gravissimo nocumento per l’intera collettività. Tale presenza mafiosa, lungi dall’essere una percezione soggettiva, è stata accertata con sentenze passate in giudicato e, pertanto, costituisce una realtà amara con cui confrontarsi. Tanto, inoltre, può essere tranquillamente confermato dalle scriventi associazioni in quanto nella nostra storia associativa abbiamo incontrato numerosi cittadini vittime di estorsione ed usura, che ci hanno raccontato di essere stati minacciati e piegati dalla forza intimidatrice del vincolo associativo delle organizzazioni criminali, l’elemento che, secondo l’art. 416 bis, contraddistingue l’associazione di tipo mafioso”.

BUSSOLA E GUIDA. "Questa piaga - continuano gli attivisti - deve essere debellata perché determina l’impoverimento del tessuto sociale ed economico della nostra città, impedendone lo sviluppo e la condivisione della legalità e della giustizia sociale. Le istituzioni e la società civile, unitamente ai familiari delle vittime di mafia e a coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare atti di natura mafiosa, hanno dovuto attendere moltissimi anni affinché fosse riconosciuta e dichiarata la natura mafiosa delle organizzazioni criminali del nostro territorio. Tale conquista, venuta dopo lunghissimi anni di sottovalutazioni, deve rappresentare la bussola e la guida per le nuove generazioni, per coloro che intendono profondere il proprio impegno per l’affermazione dei principi di giustizia e di legalità. A costoro, che per la maggior parte non hanno vissuto personalmente le vicende degli ultimi 40 anni, dobbiamo consegnare una verità storica, basata su fatti oggettivi, poiché, diversamente, ci saremmo impegnati inutilmente per tutti questi anni. In relazione a quanto sopra e con riferimento al pluralismo inteso come elemento cardine dell’informazione, ci dichiariamo disponibili ad incontrare i giovani universitari per offrire loro l’opportunità di confrontarsi su temi legati alla mafia del territorio ed alla legalità con chi, da sempre, opera sul campo".

IL COMMISSARIAMENTO. "Una considerazione infine sul commissariamento del Comune di Foggia: l’opinione che è stato frutto di una volontà politica è irricevibile e mira a screditare l’operato di forze dell’ordine, di procure e prefetture e del Governo. Tutti, all’unanimità, senza un minimo distinguo, lo hanno ritenuto necessario ed ineludibile. Oggi più che mai - concludono le tre organizzazioni - abbiamo bisogno di conoscenza autentica, di continuare ad approfondire ed unire le nostre forze per sconfiggere la mafia e sradicare la sottocultura mafiosa che toglie libertà e non permette a questo territorio di crescere".

di Redazione