Ha lasciato tutti senza parole la morte di “Modesto”, come veniva chiamato un senza fissa dimora di 60 anni spentosi in un letto d’ospedale al Policlinico Riuniti di Foggia. Da anni viveva per strada, soffriva di dipendenza da alcol ed era molto conosciuto nella zona stazione, dove cercava ogni notte un posto dove dormire.
IL CORDOGLIO. Rattristate le associazioni di volontariato della città che fino alla fine avevano provato ad aiutare Lorenzo - questo il vero nome del senzatetto -, che però non ne voleva sapere di essere accolto al dormitorio, al B&B o nei luoghi del Pronto intervento sociale. “C'è grande sconforto e dolore per quello che è avvenuto – commenta l’Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Foggia, Simona Mendolicchio –, la comunità si stringe attorno a queste persone ma tante volte il supporto delle realtà del Terzo Settore che in città sono di grande valenza ed esperienza, non può risolvere tutto. In questa specifica situazione, il soggetto era stato avvicinato e gli erano state proposte delle soluzioni ma non si è potuto andare avanti perché contrastava con la sua volontà. Non possiamo fare altro che prendere atto di queste situazioni e cercare di lavorare al meglio affinchè non si ripetano più. Per fortuna Foggia ha pochi casi di barbonismo ma faremo il possibile affinchè nessuno sia escluso da condizioni di vita accettabili e serene”. Una storia di disagio sociale quotidiano su cui è indispensabile agire in rete tra soggetti pubblici e privato, per ridare dignità a persone che cercano solo di ritrovare una ragione di vita.