Foggia Village / Un pomeriggio in una sede troppo piccola di Via Manzoni a parlare di Felicia Impastato
- "Non ci sono altre sedie?" - "È troppo piccola questa sede..." - "Girate le casse che dietro c'è ancora gente e non arriva l'audio!" La sede in cui si è tenuta la presentazione del libro "Io, Felicia - Conversazioni con la madre di Peppino Impastato" effettivamente è limitata. Un vano a pianterreno a Via Manzoni, nel cuore della città vecchia, che è la Casa di Comunità, uno spazio di dialogo e discussione aperto dalla lista civica Comunità per Foggia durante l'ultima campagna elettorale e rimasto a disposizione della comunità, come laboratorio di idee, confronto, aggregazione, per continuare a creare Comunità come cuore delle relazioni sociali alla base della società. In questo spazio con appena quaranta posti a sedere, ben più del doppio delle persone sono intervenute di sabato pomeriggio ad accogliere la presentazione di questo libro, che è uscito nel 2021, per avere l'occasione di incontrare l'autrice, Mari Albanese, testimone diretta e preziosa degli ultimi anni di Felicia Bartolotta Impastato, mamma di Peppino, trucidato dalla mafia nel maggio del 1978.
L'AUTRICE. Mari Albanese, siciliana di nascita, si appassiona giovanissima alla figura di Impastato con la visione del film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, e quella scintilla segna un percorso di studio e di vita che la porteranno nell'immediato a desiderare di approfondire quell'incontro, e da adulta a scegliere il percorso di insegnante, per stimolare i pensieri e i processi di formazione di idee dei ragazzi.
FELICIA. "Incontro" è un termine che tornerà spesso nelle sue parole, e una chiave di volta. L'accoglienza reciproca con Felicia può raccontarsi solo così, come un incontro, in cui ciascuna ha abbracciato la storia e il dolore dell'altra -Mari Albanese all'inizio di questa frequentazione non ha neppure vent'anni ed è una sopravvissuta, per gravi problemi di salute- e quel mutuo sostegno ha fatto fiorire la sofferenza. Felicia ha regalato, nelle conversazioni con Mari, tutto il suo Peppino, per perpetuarne lo spirito, per superare la sua morte così barbara, così roboante, e Mari ha tratto da quella donna così piccola, ficcante, stoica, la determinazione per divenire una attivista antimafia e realizzare progetti importanti con questa visione. Felicia ha fatto in tempo, prima di morire, nel 2004, a partecipare al processo per l'assassinio di suo figlio, a dare testimonianze cruciali, e infine ad assistere alla condanna di Tano Badalamenti, mandante dell'omicidio, e non c'è dubbio che quella tensione sia stata una delle principali ragioni di vita per questa madre, donna lacerata da un profondo conflitto familiare in quanto imparentata, per matrimonio, con uomini fiancheggiatori della mafia, che lei ha sempre rifiutato, e madre e sicuramente modello dell'uomo che più di tutti, nei suoi anni, la mafia ha svelato e accusato. Mari Albanese ha avuto il privilegio di vivere questa donna e la famiglia di Peppino negli anni che hanno preceduto quella condanna, di trepidare nell'attesa, di testimoniare la forza e anche l'ironia sferzante di Mamma Felicia, così intimamente ha potuto chiamarla.
L'INCONTRO. Un pomeriggio intenso, introdotto da una lettura di alcuni brani del libro realizzata da Annalisa Formigli e Lea Berardi della Piccola Compagnia Impertinente, con tante domande testimonianze dal pubblico: Daniela Marcone, vicepresidente nazionale di Libera e figlia di Franco, vittima di mafia per il quale ancora non abbiamo una sentenza a scrivere la giustizia, la prima a prendere la parola. Foggia vive in prima linea l'emergenza mafiosa, da decenni, ce ne accorgiamo noi cittadini e se ne accorgono i visitatori, come Mari, che parla del centro di Foggia, bello e degradato come appare agli occhi di chi lo vede per la prima volta, con segni riconducibili "al Medio Evo della mafia, a ciò che era Palermo quaranta anni fa".
LA RETE. L'incontro è stato reso possibile da una rete, le cui maglie principali possiamo individuare stavolta in Sasy Spinelli, attivista antimafia forte tra gli altri importanti impegni sul territorio di una pregressa lunga militanza in Libera, e Michele Del Sordo, Presidente della sezione ANPI di San Giovanni Rotondo e volontario Emergency, che è cresciuto e ha maturato una forte coscienza civica nell'ammirazione sconfinata per Peppino Impastato. "Ho conosciuto all'inizio la sua storia dalla canzone dei Modena City Ramblers. Volerne sapere di più è stato naturale e via via con il crescere delle iniziative ho potuto conoscere Giovanni, il fratello di Peppino, e poi il resto della famiglia, il lavoro di Mari Albanese, e ho deciso che il nostro territorio aveva bisogno di venire coinvolto."
UN CORSO DIVERSO. Grazie allo slancio e alle energie di questi due giovani uomini, impegnati come altri per dare un diverso volto e un diverso corso della storia a questa provincia, diversi incontri sono stati fatti nelle scuole, sia a primavera scorsa con Giovanni Impastato, sia adesso con Mari Albanese, che porta in giro la voce di una piccola madre coraggiosa e ostinata, roccia inscalfibile.
.Giuseppina Dota
NB.Foggia Village è una rubrica curata da Giuseppina Dota. Il Greenwich Village, a New York, è una vivace scena artistica. Sui palchi dei suoi innumerevoli locali live sono passati i più grandi, da Bob Dylan a Jimi Hendrix: ospita diversi importanti teatri fuori Broadway, numerosi campi di pallacanestro e pallamano, e la tradizionale parata di Halloween più imponente degli USA. Il settimanale The Village Voice è uno dei tanti periodici pubblicati nel quartiere. Un laboratorio sempre in fermento… insomma, Foggia, pari pari!