Stampa questa pagina
  • Pubblicata il: 16/01/2021 23:45:08

Forza Italia è andata contro la parità di genere, lo dice anche il Tar ma il partito se ne vanta

Il ricorso presentato da cittadini e associazioni a difesa delle pari opportunità


“Forza Italia ha sempre difeso il principio di parità di genere e le scelte del legislatore in merito. Invece, non ha condiviso - e, secondo il Tar Puglia, fondatamente - il tentativo di utilizzare in modo illegittimo tale principio da parte di alcune associazioni e persone fisiche ricorrenti”.

PARITA' DI GENERE VIOLATA. Ha del paradossale il comunicato stampa dei commissari regionali del partito berlusconiano, Mauro D'Attis e Dario Damiani, a commento dell'esito del ricorso al Tar, presentato da alcuni cittadini e rappresentanti di associazioni a difesa della parità di genere, contro la partecipazione alle ultime elezioni regionali, di "Forza Italia" e della lista “Puglia Domani”. Dal partito arriva il sostegno alla sentenza. Tuttavia, nonostante il ricorso sia stato respinto, nel testo è sancito espressamente che, in occasione delle ultime elezioni regionali tenutesi a settembre 2020, “sia la lista di “Forza Italia” che quella di “Puglia domani” non hanno rispettato la proporzione di genere tra le candidature in alcune circoscrizioni”. I giudici, tuttavia, aggiungono che “gli Uffici elettorali hanno dovuto ammettere tali liste” solo perchè in Puglia “non vi è un meccanismo che consenta di intervenire a monte - cioè in fase di presentazione e ammissione delle liste – per assicurare il rispetto della regola”. Di conseguenza “è rimasta la sproporzione tra i candidati di sesso diverso e non sono state garantite le effettive pari opportunità di partecipazione alle consultazioni”.

MANCA LA SANZIONE. Detto in soldoni, insomma, il Tribunale Amministrativo conferma un'evidenza lampante. Sia Forza Italia, in particolare a Bari, che Puglia Domani, tra l'altro nella circoscrizione di Foggia, hanno violato le pari opportunità, non rispettando la previsione della legge elettorale pugliese che prevede la presentazione di una lista con almeno il 40% del genere meno rappresentato. A Bari, Forza Italia presentò una lista con ben 11 uomini e 4 donne; a Foggia, nella rosa di 8 nomi che ha portato all'elezione di Paolo Dell'Erba, tra le donne c'erano solo Fallucchi e Petroianni. Le due liste, tuttavia, benchè irregolari, non potevano essere escluse. Ciò che 'sono costretti' a stabilire i magistrati è che non esiste “una norma che consenta di decurtare dalle liste le candidature eccedentarie in un genere”. L'unica sanzione prevista, infatti, è di tipo economico. I gruppi dei due partiti in Consiglio riceveranno contributi in maniera inferiore.

LA RIVENDICAZIONE. I cittadini e le associazioni avevano puntato alto, mirando a far considerare l'illegittimità costituzionale della legge regionale. Il Tar, tuttavia, è di diverso avviso in assenza di norme precise. Respinge il ricorso ma, malgrado questo, considerato la bontà della “natura della pretesa azionata e l'ottica di rafforzamento della tutela” di genere, compensa le spese. Per Forza Italia, tuttavia, è il minimo, pronta a sostenere anche questi esborsi. I vertici regionali del partito rivendicano il mancato rispetto della parità di genere. E, intanto, scrivono ancora nella nota, restano “in fiduciosa attesa che sia affermato anche il diritto del quarto consigliere di Forza Italia di entrare a far parte del Consiglio regionale”. Di che genere? Maschile, manco a dirlo: si tratta di Vito De Palma.

di Michele Gramazio