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  • Pubblicata il: 05/02/2022 11:16:39

La versione di Francesco Cannone, il ragazzo che ha causato l'incidente di Camilla

Si è autodenunciato in questura assistito dal legale Michele Sodrio

Si è presentato ieri sera – 4 febbraio – presso gli uffici della Squadra Mobile della Questura di Foggia il 22enne Francesco Cannone che era alla guida dell'Audi A4 contro il quale si scontrò, nella tarda serata del 26 gennaio scorso, l'auto guidata da Camilla di Pumpo, tragicamente deceduta a causa dell'impatto.

L'AUTODENUNCIA. Francesco Cannone ha presentato un'autodenuncia, assistito dal legale difensore Michele Sodrio (foto in basso) e in compagnia del padre Michele Cannone, commerciante di auto che in un primo momento aveva dichiarato di essere alla guida dell'auto. “È un atto formale di autodenuncia” spiega l'avvocato Sodrio “ma il mio cliente, fin dalla sera del 27 gennaio, si era messo a disposizione dell'autorità giudiziaria, prima ancora di conferirmi mandato. Non mi voglio unire al coro della retorica e delle parole vuote che ho sentito in questi giorni, da parte mia e del mio assistito c'è il massimo e sincero rispetto per i genitori di Camilla e per tutta la sua famiglia, che sta vivendo questo dolore immenso in un dignitoso silenzio, da persone normali e perbene quali essi sono. La morte di questa giovane e bravissima futura collega ci lascia sgomenti e shockati, ma non possiamo sopportare la marea di bugie che abbiamo ascoltato e letto in questi tristi giorni".

LA RICOSTRUZIONE. Il legale, quindi, fornisce la ricostruzione fornita alla questura di quanto avvenuto nei momenti successivi alla collisione di via Matteotti: Francesco Cannone "non andava in controsenso su Via Matteotti, non aveva mai avuto la patente ritirata, anzi conserva immacolati i 20 punti fin dal conseguimento, non guidava affatto a folle velocità, non aveva bevuto o assunto droghe, vizi che non ha mai avuto perché tra l'altro è un giovane sportivo praticante, è del tutto incensurato e senza mai alcuna esperienza precedente con la Giustizia e, nonostante la giovane età, è già un affermato commerciante grazie al lavoro e alla dedizione quotidiani, insomma un ragazzo normale, come lo era la povera Camilla.

DOPO LO SCONTRO. L'avvocato Sodrio precisa, inoltre, cosa è avvenuto successivamente allo scontro: “Il mio assistito non si è mai allontanato dal luogo dell'incidente e si è persino presentato al fidanzato di Camilla, in quei drammatici attimi successivi all'impatto, come colui che era alla guida dell'Audi A3. Ha consegnato le chiavi dell'auto a uno dei vigili del fuoco intervenuti sul posto ed è rimasto lì. Poi anche su questa circostanza del "misterioso" falso guidatore va fatta chiarezza una volta per tutte, questi altri non era che il padre di Francesco e il motivo per cui nelle prime ore era stata fornita quella diversa versione sta nelle parole del stesso mio cliente, così come scritte nell'autodenuncia: “Appena giunto sul posto, mio padre mi disse 'Francesco prima di dire che eri tu alla guida della macchina aspettiamo di capire chi sono i parenti della ragazza, perché ho paura siano dei pregiudicati e possano prendersela con te, lascia fare a me”. In tutto questo tempo non mi sono mai allontanato dal luogo del sinistro, pur tenendomi in disparte per le ragioni di cui sopra".

IL RITARDO. Infine, il legale spiega anche i motivi per cui l'autodenuncia è arrivata a distanza di diversi giorni dall'accaduto: "Già nel tardo pomeriggio del 27 gennaio, dopo avere avuto la certezza che Camilla era una ragazza proveniente da una famiglia di persone perbene e rispettabilissime, i miei clienti si sono recati in questura accompagnati da un altro mio validissimo collega e lì il padre M.C. (Michele Cannone ndr) ha messo a verbale la reale versione, invitando anche i poliziotti ad interrogare il ragazzo se lo avessero ritenuto necessario, per qualsiasi chiarimento. Però il Pm di turno non ha inteso procedere ad alcun interrogatorio. Loro si sono rivolti a me subito dopo, ma prima di assumere qualsiasi iniziativa ho voluto accertarmi se vi fossero delle prove serie a riscontro di ciò che mi riferiva Francesco e solo quando ho avuto questa certezza ho assunto la difesa. La prima cosa che ho fatto nei giorni scorsi è stata quella di chiedere al PM l'interrogatorio, richiesta alla quale ho ritenuto necessario aggiungere e anticipare anche l'autodenuncia di ieri".

di Redazione