Abuso d’ufficio cancellato, Landella assolto nel processo sull’assegnazione delle case popolari
L’ex sindaco Franco Landella è stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio nel processo sull’assegnazione delle case popolari che vede coinvolte altre 10 persone. “Il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. I giudici del Tribunale di Foggia, nella sentenza emessa nella giornata di ieri 3 giugno, non hanno potuto fare altro che prendere atto dell’abrogazione dell’art. 323 del codice penale, intervenuta con la cosiddetta ‘legge Nordio’.
LA VICENDA. Franco Landella era stato accusato di abuso d’ufficio per una vicenda risalente al febbraio 2020 quando, secondo gli inquirenti, come sindaco del Comune di Foggia aveva firmato due provvedimenti di assegnazione di casa popolare a favore di una donna senza verificare i requisiti previsti dalla legge regionale e, peraltro, non tenendo conto che tali provvedimenti spettano esclusivamente ai dirigenti e non agli organi politici.
IL PROCESSO. La posizione dell’ex sindaco era stata stralciata a seguito dell’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. La pm Roberta Bray aveva avanzato richiesta di sospensione del processo per l’invio degli atti alla Corte Costituzionale al fine di far dichiarare la legge Nordio contraria alle normative europee. L’avvocato difensore Michele Curtotti si era, invece, opposto allegando una sentenza del tribunale di Reggio Emilia su un caso analogo. I giudici del tribunale di Foggia non hanno materialmente interrogato la Corte Costituzionale ma, prima di esprimersi, hanno preferito aspettare il pronunciamento dei giudici di massimo grado. Lo scorso 8 maggio la Corte ha dichiarato infondate le questioni sollevate, ritenendo che “dalla Convenzione contro la corruzione (Convenzione di Merida) non sia ricavabile né l’obbligo di prevedere il reato di abuso d’ufficio, né il divieto di abrogarlo ove già presente nell’ordinamento nazionale”. La decisione ora ha i suoi effetti nei confronti di Franco Landella, assolto perché l’abuso d’ufficio non è più reato. “Nessun commento sul merito della vicenda” dice a Foggia Città Aperta l’avvocato Curtotti. “Sono certo che avremmo potuto dimostrare l’estraneità ai fatti del mio assistito. Ma ritengo che il processo sia sacro anche sotto gli aspetti utilitaristici. Laddove interviene l’estinzione del reato è giusto che i giudici tengano conto solo degli aspetti di legittimità”.