Gianmarco Saurino, attore versatile made in Foggia: "Io sono fatto della fame di questa terra"
Il Festival “Il libro possibile” è uno degli appuntamenti più attesi della stagione estiva. Le tappe di Vieste sono state seguite per noi da Cinzia Rizzetti, che ha firmato una serie di articoli legati agli incontri e alle presentazioni. A seguire, il suo resoconto sull'evento che ha visto protagonista anche il foggiano Gianmarco Saurino.
IL READING. Al festival Il libro possibile lo scrittore inglese Jonathan Coe ha
presentato il suo ultimo libro “La prova della mia innocenza”. Autore ironico con uno
spirito acuto che trasla anche nei suoi romanzi in modo originale. Considerato uno
dei più grandi talenti narrativi inglesi.
Durante la sua presentazione sul palco, oltre all’autore britannico, anche l’attore
Gianmarco Saurino a cui è affidato il reading di pagine tratte dal romanzo. Incanta il
pubblico con la sua innegabile bravura.
Gianmarco Saurino è un orgoglio foggiano. Un talento nato artisticamente in
“un’officina” di talenti che è il “Teatro dei Limoni”, dove ha mosso i primi passi nel
mondo della recitazione. Si è trasferito in seguito a Roma per affinare l’arte dove ha
frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida di Giancarlo
Giannini. La sua crescita professionale è aumentata nel corso degli anni e delle
esperienze tra teatro, tv e cinema.
LA SUA TERRA. Torna volentieri nella sua terra natia, terra che sa essere madre e matrigna. Una terra
benigna e a volte respingente con i suoi figli. Ci parla, dunque, del suo rapporto con la sua città:
«Io dico sempre “dove vai se non sai da dove vieni?” e io so perfettamente da dove
vengo ─ afferma con orgoglio ─. Io sono fatto della fame di questa zona, di Foggia.
La difficoltà di riuscire a fare le cose, del sangue che batte dentro il cuore di certi
foggiani, di molti foggiani. È un posto in cui ritorno molto volentieri e per il quale mi
sento una sorta di responsabilità, in qualche modo».
LA TV. Parla inoltre dei suoi progetti che lo vedranno presto in tv:
«Torno in tv a brevissimo, ho appena finito di girare la terza stagione “La legge di
Lidia Poet” per Netflix, avevo fatto già la seconda stagione che uscirà l’anno
prossimo. ─ poi con una certa soddisfazione comunica il suo coinvolgimento in un
nuovo progetto televisivo ─ Il 12 settembre esce una nuova serie che ho girato in
lingua inglese su Rai tre, “Kabul”, che racconta gli ultimi cinque giorni prima
dell’arrivo dei talebani. Una storia stupenda, forse uno dei progetti più belli che abbia
mai fatto. Quindi tanta roba». Delle serie di successo che lo hanno visto protagonista in tv dice:
«Quelle fanno parte del passato, la carriera è fatta di scelte e di passaggi e quelli sono
passaggi che io ringrazio e amo ma sono anche chiusi».
I PROGETTI. Un giornalista chiede: «Dove si trova più a casa?».
Perentorio risponde: «A Vieste, ─ lo dice sorridendo e poi aggiunge ─ ovunque c’è
una storia bella. Fra poco parto con una tournée molto lunga, passerò per la Puglia a
fine novembre, per la regia di Ivan Cotroneo e in scena con Anna Valle si chiama
“Scandalo” e devo dire che quando sono a teatro mi manca il cinema e quando giro
mi manca il teatro. ─ confida ─ Quel grande accordo con l’insoddisfazione perenne
dei trentenni, che forse la nostra generazione ha e che mi porto dietro. Finché si
lavora e si raccontano storie belle ci sto dentro».