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  • Pubblicata il: 08/05/2015 12:56:15

Giordano, Landella rifiuta l’invito di Cavaliere: “Incontro pubblico? No, avete avuto 5 anni per riaprire il teatro”

«Non sono le “sfide” né i dibattiti pubblici o sulla “rete” gli strumenti ed i luoghi in cui un tema come quello relativo ai lavori di ristrutturazione del Teatro comunale “Umberto Giordano” deve essere discusso. Il luogo in cui si sviluppa il confronto e si assumono le decisioni è il Consiglio comunale. Chi ha ricoperto un ruolo amministrativo importante ed autorevole dovrebbe saperlo». È la replica del sindaco di Foggia, Franco Landella, alle dichiarazioni rilasciate dall’ex assessore comunale Pippo Cavaliere (LEGGI: Teatro Giordano, l’ex assessore Cavaliere invita Landella: “Chiariamo tutto in un incontro pubblico”)
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LO STATO DI ABBANDONO. «In via preliminare sento il dovere di informare l’ex assessore della Giunta guidata dall’allora sindaco Gianni Mongelli che la riapertura del Teatro comunale “Umberto Giordano” è decisamente un risultato conseguito dall’Amministrazione che ho l’onore e l’onere di guidare – dichiara il sindaco di Foggia –. Se Cavaliere dovesse nutrire dei dubbi sul punto, come sembra trasparire in modo velato dalle sue parole, può recarsi presso gli uffici del dirigente Carlo Dicesare e visionare di persona le fotografie che testimoniano lo stato in cui abbiamo ereditato il teatro. Uno stato di abbandono e quasi di degrado, ampiamente documentabile dal materiale fotografico che ci siamo premurati di produrre appena insediati».

“NO ALLA SFIDA MODELLO WESTERN”. L’affondo dell’attuale primo cittadino non si ferma: «La Giunta Mongelli, è opportuno ricordarlo, ha avuto cinque anni per riaprire il teatro comunale, senza però riuscire a centrare questo obiettivo. Non si tratta di un rompicapo o di un rebus, ma di un dato politico ed amministrativo inequivocabile ed incontrovertibile – aggiunge Landella –. È questa l’eredità che abbiamo ricevuto: un appalto gestito come peggio non si sarebbe potuto, stracolmo di elementi di confusione; la rescissione di un contratto, a mio avviso decisamente tardiva, e la conseguente denuncia alla Procura della Repubblica operata dall’Amministrazione comunale che ci ha preceduto per vicende accadute comunque durante la stagione di governo del centrosinistra; una documentazione, quella prodotta dall’Avvocatura comunale, tutt’altro che univoca con riferimento alla controversia civile con la ditta “Ra.co.” – aggiunge il sindaco di Foggia –. Credo ce ne fosse abbastanza per scegliere di discuterne in Consiglio comunale, che, ricordo a Cavaliere, è la massima espressione della volontà popolare della città, e non in una “sfida” da film western. Ne avrei discusso volentieri anche con lui se alle ultime amministrative avesse deciso di candidarsi, fosse stato eletto ed oggi sedesse tra i banchi del Consiglio».

LA DENUNCIA E L’APPALTO. «Quanto alla proposta di transazione, che è per l’appunto solo una proposta per il Consiglio comunale sottoposta all’attenzione dell’Assemblea senza alcuna posizione politica o vincolo sul punto, dunque lasciando ai consiglieri la più completa e ampia autonomia di valutazione e giudizio, come abbiamo ripetuto almeno mille volte, ci siamo limitati ad esaminare in modo laico e tecnico la documentazione, che abbiamo ereditato come tutto il resto, prodotta dall’Avvocatura comunale – specifica l’assessore comunale al Legale e Contenzioso, Sergio Cangelli –. Lo abbiamo fatto senza alcuna omissione o lacuna, ma riscontrando quella non univocità dei documenti che avrebbe reso incerto l’esito del giudizio, considerando quindi necessario investire della questione il Consiglio comunale per le necessarie determinazioni. Se l’ex assessore Cavaliere è in possesso di documenti che a suo dire sarebbero stati occultati o che non ci sarebbero stati trasmessi per il conseguente esame, lo invito a recarsi alla Procura della Repubblica per formulare una esplicita e formale denuncia. Siamo animati dal suo stesso amore di verità, peraltro senza aver mai avuto nulla a che fare né con l’appalto in questione né con le fasi confuse che lo hanno contraddistinto e che sono attualmente all’attenzione della magistratura».

di Redazione