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  • Pubblicata il: 26/04/2016 20:59:44

Tra Foggia, Cerignola e Lucera, un autore di culto e il suo “diamante nero”

Giordano Tedoldi in Capitanata: “Io odio John Updike”

Un piccolo tour in Capitanata all’insegna dell’editoria indipendente e della letteratura che non si arrende. Può definirsi in questi termini la tre-giorni che vedrà protagonista Giordano Tedoldi, scrittore di culto impegnato tra Foggia, Cerignola e Lucera a presentare il suo “diamante nero piovuto dallo spazio”, così come nella definizione del Premio Strega 2015 Nicola Lagioia. Il suo libro, dal titolo “Io odio John Updike”, edito da minimum fax, sarà presentato mercoledì 27 aprile (ore 19) alla libreria Ubik di Foggia, giovedì 28 (ore 18.30) alla Sala Mascagni del Teatro Mercadante di Cerignola e venerdì 29 aprile (ore 20.30) alla Cremeria Letteraria di Piazza Duomo, nella città federiciana di Lucera (sabato invece, il tour pugliese riparte da Trani).

IL PREMIO STREGA NICOLA LAGIOIA SUO “AMBASCIATORE”. Un’insolita operazione editoriale, infatti, quella che ha riguardato la raccolta di racconti – “così belli, moderni, scintillanti, inquietanti, pieni di fascino e mistero”, stando ancora alle parole di Lagioia – dello scrittore romano, diventato anche per questa ragione una sorta di “autore di culto”. Pubblicati per la prima volta nel 2006 dalla casa editrice Fazi (peraltro con una tiratura piuttosto risicata), dieci anni dopo sono stati riproposti in una nuova veste, forti di una copertina inedita in classico stile minimum fax e rispediti in quello stesso mercato editoriale italiano colpevole, a dire di molti intellettuali – Nicola Lagioia e Christian Raimo su tutti – di aver mancato già tempo prima l’appuntamento con uno scrittore di alto valore letterario. “Io odio John Updike” è, di fatto, il “priscio” – come direbbero a Bari, non a caso – del direttore della collana Nichel della casa editrice romana, Lagioia appunto, determinato a riportare in vita, come ha scritto in un suo articolo, quel “diamante nero piovuto dallo spazio nel mondo dell’editoria italiana mentre si occupava d’altro”.

DALLA COPERTINA AI BRANI: COME UN SASSO A SQUARCIARE IL VETRO. Il libro è già di suo un oggetto fisico carico di suggestioni, a cominciare dalla copertina interamente nera evocante alcune ambientazioni noir che si riscontrano all’interno: a frantumare il buio, uno squarcio ad altezza autore, come a simboleggiare un sasso piovuto dal cavalcavia e franato sul parabrezza, inevitabilmente di notte. Un’evocazione, ancora una volta, a conferma e sottoscrizione di quanto, ancora oggi e con dieci anni di “ritardo”, i racconti del quarantacinquenne Giordano Tedoldi siano e restino di una modernità quasi imbarazzante, nonostante otto dei nove racconti che compongono la raccolta risultino prodotti quando l’autore aveva poco più che trent’anni (l’unico brano inedito è quello finale, dal titolo “Sciarada”). All’epoca, raccontano Lagioia e Raimo – entrambi nella redazione di minimum fax, oltre che scrittori di successo – il libro fu letto come una sorta di segreto da un pubblico di “happy few” che non ha mai dimenticato la grande forza innovativa e immaginifica di queste nove scene perlopiù di ambientazione romana, scritte con una lingua che, come ha detto qualcun altro, “non ricorda nessuno” – felicemente, aggiungiamo noi.

BACON, LYNCH E… TEDOLDI. Tra Francis Bacon e David Lynch, com’è stato detto all’epoca della sua prima uscita, Tedoldi spazia dalla prima, alla seconda, alla terza persona con identica forza e contezza dei propri mezzi, tirando per il giacchino il lettore e invischiandolo nelle incompiutezze dei suoi personaggi, così “out” da impietosire – e non privi di una loro folle, incerta, contradditoria e perciò affascinante morale. Due automobilisti annoiati si guerreggiano per le strade di Roma nel corso delle loro notti insonni, alla ricerca o provando a sfuggire una tigre scappata da un circo e intravista ai Parioli. Uno strano scacchista parigino di trent’anni e con il mito edipico consapevolmente scoperto tiene a bada gli amici dalla forza fascinatoria di sua madre, ex prostituta, mentre questa scompare per un paio di giorni alla vigilia di un torneo di rilievo. E ancora: anziani musicisti falliti incrociano la loro vendetta postuma in un improbabile ristorante, scrittori in erba cercano la loro strada tra corsi di scrittura strampalati e amicizie con donne (e corsiste) dalla camminata altrettanto incerta, mentre ricchi annoiati si affidano a riviste di hotel o a computer-maggiordomi per ritrovare la serenità nella loro vita devastata dal nulla. Una galleria di personaggi e di voci che forse, a ben guardare, dieci anni fa deve essere parsa eccessiva o improbabile quando in realtà, col senno di poi, era “soltanto” ottima letteratura d’avanguardia, forse lanciata con troppo vigore sotto gli occhi dell’incredulo lettore di allora.

di Redazione