Gli insegnanti precari esclusi dalla riforma della scuola: si prevede una primavera caldissima
Intervista a Luigi Adessi, tra gli organizzatori della manifestazione del 17 marzo a Roma
Il 17 marzo, alla manifestazione degli insegnanti precari davanti Montecitorio, erano presenti anche due pullman di pugliesi, decisi a non rinunciare a far sentire la loro voce in questo periodo rovente in cui si deciderà, con la discussione del ddl in Parlamento, la prossima riforma della scuola. Ne abbiamo parlato con il tarantino Luigi Adessi, abilitato Tfa e Pas in classi di concorso diverse e tra i coordinatori di Mida Precari, il movimento apartitico e asindacale promotore della protesta.
Quali i motivi della vostra mobilitazione? E’ stato uno degli eventi di sensibilizzazione verso la situazione degli insegnanti di seconda fascia: abbiamo conseguito master, titoli vari e, soprattutto, l’abilitazione che, oltre al duro percorso per ottenerla, è costata ben 2500 euro. Eppure non siamo contemplati nel nuovo piano assunzioni che riguarda solo gli abilitati Ssis (entro il 2008). Cosa chiedete concretamente al governo Renzi di cambiare rispetto al ddl di prossima uscita? Un nuovo concorso come unico modo per diventare di ruolo sarebbe inaccettabile per noi. Chiediamo, in un momento che non può che essere chiamato transitorio, di contemplare una larga fetta delle assunzioni dei prossimi anni tramite scorrimento della seconda fascia e una minima tramite concorso, con percentuale di quest’ultimo crescente negli anni. L’impressione è che la questione assunzione docenti sia una matassa difficile da risolvere, concorda? Il problema è che il Miur ha continuamente truffato gli insegnanti. Oltre alle abilitazioni Tfa (2013)e Pas (2014), calcolate sul fabbisogno ma che non garantiscono il lavoro, basti pensare alla questione del concorso 2012: erano previsti alcuni requisiti di accesso come l’abilitazione, ma in realtà alcuni hanno partecipato con riserva e alla fine hanno avuto ragione loro. Oppure alla recente possibilità di abilitarsi con un master spagnolo on line, aumentando le fila dei precari. Il rischio non è una gran confusione in cui ognuno prova a modo suo di arrivare all’obiettivo? Io credo che in questo momento noi precari dobbiamo restare uniti considerando la diversità dei percorsi Tfa e Pas ma anche la loro simile selettività. Il 17 marzo a Roma eravamo in tanti nonostante i sindacati non siano stati uniti nel sostenerci. Come mai? L’Anief ha aderito alla nostra manifestazione e così anche Saese e Conitp. Purtroppo i sindacati confederali non erano presenti, probabilmente le rivalità hanno prevalso. Siete ottimisti che il governo possa venirvi incontro? Ora il ddl sarà discusso in Parlamento, noi lo leggeremo attentamente valuteremo le prossime iniziative da prendere. Convegni e discussioni interne ne abbiamo fatte, ora è tempo di muoversi.