Foggia oggi celebra il suo eroe. Il suo eroe venuto dal Mali, dall'Africa, per sfuggire a fame e persecuzione. Un eroe in attesa di ottenere il permesso di soggiorno, la Protezione Umanitaria. Un eroe in attesa di conoscere il proprio destino,di essere ricevuto ed ascoltato dalla Commisione Territoriale di stanza al CARA di Borgo Mezzanone, il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati Politici. Le stesse forze dell'ordine, che grazie al civico e pronto intervento del ragazzo venuto dal Mali hanno potuto arrestare lo scippatore, lo hanno definito
'l'Abele Bikila dell’antiscippo'. Perché come il celebre campione olimpico ha rincorso, scalzo, a piedi nudi, il ladro foggiano che aveva appena sfilato il borsello di un uomo di 60 anni nei pressi dell'Ufficio Postale della Stazione. Qualcuno su facebook chiede di conferirgli la cittadinanza onoraria; qualcun altro invoca l'acquisto di un paio di scarpe al posto degli infradito che si è sfilato; qualche altro ancora propone di dargli un premio. Il sindaco Gianni Mongelli dalla sua bacheca fa sapere che il "premio lo merita davero". Altri, invece, hanno accolto l'atto del giovane maliese con particolare distacco. Come un atto dovuto nei confronti del Paese che lo ospita, che lo 'sopporta', che gli da un tetto sulla testa.
176 ANNI FA LA LIBERAZIONE DAL COLERA Qualcuno su facebook ha scritto che al suo posto chiunque lo avrebbe fatto, che è stato messo in pratica il normale senso civico che dovrebbe dimorare in ciascuno di noi. Eppure, proprio in questi giorni la città di Foggia si ferma per celebrare un'altra figura, un'altra eroina della comunità. Domenica 14 luglio, infatti, nella chiesa di San Giovanni Battista, si terrà la santa messa con cui si intende ringraziare la Vergine Addolorata per aver liberato 175 anni fa la città di Foggia dalla pericolosa epidemia. La celebrazione si svolgerà a San Giovanni Battista, la chiesa dove secondo i racconti di quel periodo si registrarono le prime manifestazioni del miracolo. Del resto, fu lo stesso parroco dell’epoca, don Carlo Rotundi, a raccontare del primo episodio che fece intuire ai cittadini la benevolenza della Vergine nei confronti della città. Per questo, per ringraziare l’Addolorata del suo provvidenziale intervento la città fece un voto: ogni anno, con una processione, avrebbe onorato la Vergine affinché non venisse meno il ricordo.
LIBERARCI DAL MALE Al termine della santa messa, dunque, si snoderà per le vie del centro storico la processione con la statua della ‘Liberatrice dal colera’. Un’occasione propizia per i foggiani che potrebbero approfittarne per invocare alla Vergine Addolorata la liberazione da altri mali. Se il colera non va più tanto di moda, le preghiere potrebbero essere indirizzate affinché la Madre Celeste posi uno sguardo materno e benevolo verso gli altri mali che si abbattono sulla città. Criminalità, mafia, rapine, cattiva politica, scarso senso civico. Perché la città che non ha dimenticata la liberatrice dal colera. E siccome abbiamo bisogno di gesti, di simboli, di occasioni per riappacificarci con la comunità, conferire un riconoscimento al giovane africano potrebbe rappresentare un segnale di attenzione, un gesto di riappacificazione nei confronti degli ultimi. Degli emarginati. Perché il migrante è un senzafissadimora. Con i diritti sgualciti e la difficoltà di potersi ricostruire un futuro. Serviebbe un nuovo miracolo da parte della Vergine Addolorata. Un miracolo affinché al giovane gli venga riconosciuta la protezione internazionale. Non per l'azione che ha fatto, non perché ha risvegliato il sopito senso civico in ciascuno di noi, ma perché è un uomo. Un uomo libero. Che senza documenti, identità e storia, rischia di tornare schiavo. Schiavo degli sfruttatori, della lenta burocrazia, della necessità di tirare a campare a qualunque costo.