“Salta con noi, Franco Mancini… Salta con noi, Franco Mancini”. A Bari, il coro per il portierone di Matera, lo cantavano così. Evidentemente, lo storico “Alè Mancini alè” non era universale. Di condiviso, però, tra tutte le tifoserie che hanno osannato il numero uno più innovativo degli ultimi trent’anni, c’è l’amore e la stima verso nei suoi confronti, capace di superare anche le barriere delle rivalità. Un’impresa che solo a un “muro” come lui poteva riuscire.
GLI OSPITI. Ieri, la Fiera del Levante lo ha voluto omaggiare, con un emozionante tributo a cui hanno partecipato grandi nomi del calcio italiano che hanno intrecciato la propria vita (e la carriera) con Mancini. Da Gigi De Canio, che lo ha lanciato giovanissimo tra i pali del Matera, a Delio Rossi, da Peppino Pavone a Gigi Garzya, con cui ha condiviso l’esperienza barese, fino a Pierluigi Pardo, telecronista di Sky che ha portato un contributo video di Antonio Cassano. Tra vita privata e aneddoti calcistici, non poteva mancare la moglie Chiara, vera protagonista della serata assieme ai propri figli.
COMMOVENTE. Due ore intense, tra video, risate, racconti in presa diretta e un pizzico di più che giustificata nostalgia e tristezza, che ha bagnato gli occhi del numeroso pubblico. Tra loro, anche gli interventi degli emozionati Beppe Di Bari e Pasquale Padalino, che hanno voluto raccontare il Franco tra i pali e quello nella vita quotidiana.
ZEMAN E CANGELOSI. Da Trigoria, il saluto video anche di Cangelosi e Zeman, che hanno voluto partecipare alla festa.
IL BIS DELLA FESTA. Perché di festa, nonostante tutto, si è trattato. “Stasera si parla di vita”, ci teneva a ribadire il presentatore della serata, un brillante Massimiliano Sisto. Un tributo in festa che verrà probabilmente ripetuto nel capoluogo pugliese e che potrebbe essere “importato” a Foggia. La recente serata in onore di Mancini, davanti allo Zaccheria, infatti, non ha avuto la cornice di pubblico che meritava. Un bis, sarebbe auspicabile. Perché, come ha sottolineato Delio Rossi, “io sono romagnolo e Franco era materano, ma questa è una regione che ha una sensibilità capace di ‘adottare’ i propri giocatori. Se tante persone sono qui per onorare una figura come quella di Mancini, significa che lui ha dato tutto per loro e la gente ha saputo apprezzarlo”. Alè, Mancini alè…