Lo hanno imbavagliato, picchiato e minacciato con un bicchiere di vetro rotto. Due individui hanno bussato alla porta, in pieno giorno, intorno alle 13 della giornata di ieri. Ad aprire,un trentenne, il padrone di casa, solo in un appartamento di uno stabile con portineria, in zona Piazza Padre Pio. Sull’uscio, ha trovato due malviventi – entrambi incappucciati – che lo hanno aggredito immediatamente, con pugni e calci.
MINACCIATO COL MATTARELLO. È cominciata così l’odissea di un giovane foggiano, vittima di una rapina in stile “Arancia meccanica”. Nell’arco di pochi minuti, si è ritrovato imbavagliato e legato nella propria abitazione: uno dei due malviventi lo “vigilava”, l’altro vagava per la casa cercando oggetti preziosi e soldi da rubare. Hanno arraffato il possibile, poi sono tornati a picchiarlo con calci e pugni e, dopo le mani, si sono avvalsi di un mattarello da cucina: colpi su colpi per estorcergli le informazioni necessarie a completare la rapina.
IL BICCHIERE DI VETRO. Lui ha resistito. “In quei momenti ero arrabbiato, prima ancora che impaurito - rivela la vittima – perché mi sembrava impossibile che in pieno giorno e in pieno centro, qualcuno potesse entrare in casa tua e sequestrarti”. Alla fine, però, ha dovuto capitolare: è accaduto quando i due gli hanno puntato contro, ad altezza giugulare, un bicchiere di vetro che avevano provveduto a rompere. “Dicci dove stanno i soldi o ti taglio la gola”, gli hanno intimato, mentre lo graffiavano ripetutamente.
ENTRATI E USCITI DALLA PORTA. A pratica sbrigata, sono andati via. Lasciandolo a terra. Dopo qualche minuto è riuscito a prendere il cellulare e chiedere aiuto. Poi, il trasporto in ospedale – cinque punti sul fianco, un occhio gonfio e varie ferite su tutto il corpo - e la denuncia ai Carabinieri, che stanno ora indagando sull'accaduto, cercando di dare un volto e un nome ai due malviventi. “La cosa assurda è che sono entrati dalla porta e sono usciti dalla porta: dovevano fare una cosa e l’hanno fatta” è l’amaro commento del giovane, ancora turbato da una vicenda che – ribadisce – “colpisce tutti, perché sarebbe potuta succedere a tutti”. In pieno giorno, in pieno centro.